Peste Alghero del 1582 raccontata dalla BBC, ecco le regole anti contagio!

Scheletri dei morti di peste

Ecco il manuale con le regole anti contagio per evitare la peste ad Alghero durante l’epidemia del 1582: un incredibile documento storico è stato raccontato dalla BBC, la celebre televisione britannica, sul proprio sito web. Si intitola “The 432-year-old manual on social distancing“, ovvero il “manuale sul distanziamento sociale vecchio di 432 anni“.

Si tratta di un incredibile reportage dal medioevo spagnolo (gli inglesi parlano di “Rinascimento” italiano, che nella Sardegna spagnola dal 1409 non arrivò, anzi nella nostra isola il medioevo venne ufficialmente chiuso solo nel 1838), che ci racconta di come, nel 1582, la cittadina catalana del nord ovest della Sardegna dovette affrontare l’epidemia di peste arrivata da Marsiglia.

Bastioni sul mare ad Alghero

Un reportage antico, ma dal sapore attuale, alcune delle regole infatti sono le medesime che stiamo attuando oggi contro il coronavirus, su tutte il distanziamento sociale.

Novembre 1582, arriva la peste ad Alghero:

Ma andiamo con ordine, siamo a metà novembre 1582, da una nave proveniente da Marsiglia scende un marinaio con tutti i sintomi della peste, inclusi i famigerati bubboni, che però porta nelle zone intime, così riesce ad evitare i controlli in porto. Era già tristemente nota infatti epidemia di peste che stava decimando l’Europa, per questo al porto agivano i Morbers, i così detti guardiani della peste, che impedivano l’accesso a chi avesse i sintomi della malattia.

La peste si diffonde ad Alghero:

Alghero viene quindi colpita duramente dalla peste, tanto che gli storici stimano che l’epidemia, in soli 8 mesi, abbia ucciso ben il 60% della popolazione cittadina, tanto da rendere necessarie grandi fosse comuni per seppellire i numerosi cadaveri.

Angelerio, un medico contro la peste:

La durata della peste ad Alghero fu tutto sommato breve e il fatto che non si sia diffusa oltre viene attribuito alle misure che vennero prese per prevenire il contagio. Il merito fu di un medico locale Quinto Tiberio Angelerio, che aveva affrontato la peste in Sicilia nel 1575, apprendendo le misure per affrontarla al meglio. Fu lui stesso a pubblicare l ‘ “Ectypa Pestilentis Status Algheriae Sardiniae“, con le 57 regole che aveva imposto alla città.

Una guida importante che i medici utilizzarono alla lettera anche per affrontare la successiva epidemia del 1652.

Ricordo che all’epoca i medici erano merce rara, in Sardegna non c’erano università (o meglio l’Università degli Studi di Sassari venne istituita tra il 1562 e il 1627) e non esisteva neanche un sistema sanitario.

Le 57 regole contro la diffusione della peste:

Le misure e le restrizioni richieste prima e attuate poi furono in principio molto impopolari, sia tra la gente che tra i politici del tempo, tanto che la quarantena per le persone malate fu bloccate diverse volte. Ad ogni modo riuscì ad approntare un triplo cordone sanitario attorno alla città affinché nessuno entrasse o uscisse.

Ecco le misure principali, probabilmente troverete dei parallelismi con la situazione attuale:

  • Cordone sanitario attorno alla città;
  • Quarantena per i pazienti malati;
  • Istituzione dei lazzaretti per la quarantena, strutture in parte ospedale e in parte prigione. Il tasso di mortalità nei lazzaretti fu di circa il 50%.
  • I membri più poveri della società non dovevano pagare per il loro trattamento.
  • Disinfezione di merci e case;
  • Si consigliò di non lasciare le proprie case e di non spostarsi dall’una all’altra;
  • Solo una persona per famiglia poteva uscire per fare la spesa;
  • Una ringhiera doveva essere aggiunta ai banchi dei negozi in cui vengono venduti i cibi, per incoraggiare le persone a mantenere le distanze;
  • Regola dei sei piedi: le persone autorizzate a uscire dovevano portare con sé un bastone lungo sei piedi, pari alla distanza obbligatoria da mantenere con gli altri. 6 piedi di allora sono circa 1 metro e 80 centimetri di oggi.
  • Proibiti tutti gli incontri, i balli e gli intrattenimenti;
  • Durante la messa, le persone dovevano far attenzione nello stringersi la mano;
  • I becchini furono assunti tra coloro che avevano superato la peste.

La colpa della peste?

Anche Angelerio era figlio del suo tempo e la causa della peste venne data alla punizione divina, tanto che invitò i suoi concittadini ad attuare un ineccepibile comportamento morale.

Insomma, pensate anche a questo quando vi godrete il mare di Alghero, magari nella spiaggia del Lazzaretto.

Cosa leggere sulla peste in Europa:

Copyright: la foto copertina è un’immagine simbolica presa da Pixabay.