Cartelle esattoriali, dopo 7 mesi scatta la prescrizione | Non serve alcuna richiesta: si annullano in automatico

Scatta la prescrizione per le cartelle esattoriali - Pexels - Sardegnainblog.it
Non tutte le cartelle esattoriali si devono pagare per forza. Esistono dei limiti temporali precisi, pena lo scatto della prescrizione
Le cartelle esattoriali rappresentano spesso uno spettro inquietante, un pericolo incombente e inquietante per molti contribuenti. L’unica via d’uscita sembra essere il pagamento, la prescrizione o in qualche caso la rottamazione o una qualche forma di “pacificazione fiscale“.
Ma c’è un’ulteriore e meno nota possibilità di vederle cancellate: la loro eliminazione automatica a causa di un cavillo burocratico. Questa eventualità si basa su una vecchia norma che concede alla parte interessata un termine massimo di 7 mesi.
Il meccanismo prevede che se l’ente creditore non completa un determinato iter entro un lasso di tempo prestabilito la cartella può perdere la sua efficacia, rendendo la sua richiesta nulla. È una procedura che si applica in casi particolari, ma che può fare la differenza per chi si trova in una situazione debitoria complessa.
Il punto chiave di questa normativa risiede nella cosiddetta gestione degli atti esecutivi. La legge stabilisce infatti che dopo il primo atto esecutivo (ad esempio, un pignoramento), l’agente della riscossione abbia un periodo di 220 giorni per avviare il secondo.
Stop alle cartelle esattoriali, i contribuenti esultano
Se questo termine non viene rispettato si crea un vizio di forma che rende inefficace la procedura di riscossione. Questa tempistica non va confusa con la prescrizione, che riguarda il diritto dell’ente creditore di riscuotere il debito nel tempo. La regola dei 220 giorni si concentra invece sulla correttezza e la celerità delle procedure esecutive avviate. Un ritardo in questo specifico passaggio burocratico può annullare l’intera pretesa esattoriale, anche se il debito è ancora “vivo” dal punto di vista della prescrizione.
Chiunque abbia ricevuto una cartella esattoriale e sia stato sottoposto a un’azione esecutiva dovrebbe verificare attentamente le date. Se tra il primo e il secondo atto esecutivo sono trascorsi più di 220 giorni, è possibile che l’azione sia da considerarsi illegittima.

La procedura per non pagare la cartella esattoriale
In questo caso è fondamentale agire con prontezza. Il primo passo è raccogliere tutta la documentazione relativa alle notifiche e alle azioni esecutive. Successivamente è consigliabile rivolgersi a un legale o a un consulente specializzato in diritto tributario. L’esperto potrà esaminare la situazione e presentare un’istanza formale all’ente esattoriale per richiedere la cancellazione della cartella.
Questa regola dimostra che anche le normative più datate possono offrire un’insperata via d’uscita per i contribuenti. È un promemoria dell’importanza di conoscere a fondo i propri diritti e di non arrendersi di fronte a quelle che sembrano situazioni debitorie irrisolvibili.