Pensione di reversibilità, gli ex partner hanno le ore contate: “Hanno deciso di cancellarla” | Ecco chi sta per perderla

La pensione di reversibilità non è per tutti

La pensione di reversibilità non è per sempre - Wikicommons - Sardegnainblog.it

La pensione di reversibilità è un diritto acquisito per tutti coloro che perdono il coniuge. Ma non sempre chi sopravvive può beneficiarne

La pensione di reversibilità rappresenta da sempre una fondamentale forma di sostegno economico erogata dall’INPS ai familiari superstiti di un pensionato (o di un lavoratore deceduto che aveva maturato i requisiti per la pensione).

Questa prestazione non è automatica e il suo diritto è strettamente legato al vincolo di parentela e in alcuni casi alla situazione economica dei beneficiari. È cruciale conoscere i dettagli di questa misura non solo per sapere chi ne ha diritto, ma anche per evitare di incorrere in cause che portino alla sua perdita.

I beneficiari principali della pensione di reversibilità sono ovviamente il coniuge (o la parte dell’unione civile) e i figli. Il coniuge ne ha diritto a prescindere dall’età, purché il matrimonio sia stato contratto prima della morte del pensionato.

I figli invece devono essere minori di 18 anni, studenti universitari o di scuola superiore o inabili al lavoro. In assenza di coniuge e figli la reversibilità può essere estesa anche ai genitori e ai fratelli o sorelle, a patto che siano inabili e a carico del defunto.

Le percentuali di ripartizione

L’importo della pensione di reversibilità non è pari al 100% della pensione del defunto, ma varia a seconda del numero e del grado di parentela dei beneficiari. La quota più consistente spetta al coniuge superstite al quale è riservato il 60% della pensione.

Se sono presenti anche figli la percentuale aumenta: il coniuge con un solo figlio riceve l’80% e con due o più figli l’intera pensione del defunto (100%). Il diritto alla pensione di reversibilità non è eterno e si può perdere in specifiche circostanze. La causa di decadenza più comune riguarda il coniuge superstite che contrae un nuovo matrimonio.

La pensione di reversibilità non è per tutti
La pensione di reversibilità non è per tutti – Wikicommons – Sardegnainblog.it

Quando si perde il diritto alla reversibilità

In questo caso il diritto alla prestazione cessa, ma l’INPS prevede comunque l’erogazione di un assegno una tantum, pari a due annualità della quota di reversibilità che avrebbe percepito. Per i figli studenti la perdita del diritto avviene al superamento dei limiti di età (di solito 21 anni per la scuola superiore e 26 anni per l’università) o con l’interruzione degli studi.

Infine il diritto alla reversibilità può essere ridotto in base al reddito del coniuge superstite. Se il reddito supera determinati limiti stabiliti annualmente dall’INPS (calcolati in base al trattamento minimo di pensione), la quota di reversibilità subisce una riduzione percentuale che può arrivare fino al 50%. Mantenere la tracciabilità e la dichiarazione corretta dei redditi è quindi fondamentale per non incorrere in sanzioni o nella revoca della prestazione.