Poste Italiane, addio Buoni Fruttiferi | Purtroppo non hanno più valore: anni di risparmi buttati al vento

Poste Italiane (instagram posteitaliane) - sardegnainblog.it
Non fare più affidamento ai Buoni Fruttiferi di Poste Italiane, perché non valgono più nulla. Sacrifici gettati alle ortiche.
Nel presente storico in cui stiamo vivendo, dove l’inflazione e la crisi economica hanno messo in ginocchio l’intero Paese, risparmiare anche solo 1€ è fondamentale.
Molte famiglie italiane non riescono ad arrivare a fine mese in maniera decente e se lo fanno, devono rinunciare a parecchie cose.
Poste Italiane fa parte della nostra storia dal 1862, anno della sua fondazione, e i suoi servizi spaziano in diversi ambiti (dalla spedizione/ricezione dei pacchi, ai prestiti passando per i metodi di risparmio).
Proprio quest’ultimo servizio è al centro di una forte discussione, dal momento che pare proprio si dovrà dire addio ai Buoni Fruttiferi molto presto (non hanno più alcun valore).
Buoni Fruttiferi Postali
I Buoni Fruttiferi Postali (BFP) sono metodi di risparmio garantiti dallo Stato italiano, emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e distribuiti soltanto da Poste Italiane. I Buoni Fruttiferi offrono la restituzione del capitale iniziale con annessi tutti gli interessi maturati negli anni. Questi interessi si basano su condizioni predefinite, con una tassazione agevolata e senza oscillazioni di mercato, rendendoli una scelta ottimale per chiunque voglia investire sul suo futuro.
I BFP sono a basso rischio per il risparmiatore e in molti li scelgono proprio per ragioni di sicurezza e funzionalità. Non si era mai messa in discussione l’affidabilità dei Buoni Fruttiferi Postali, ma adesso è venuto fuori che hanno perso il loro valore. Se fai parte del gruppo, sappi che hai sprecato anni a risparmiare per nulla.
Perdita di valore
Secondo quanto si legge sul sito corrieresalentino.it, sedici Buoni Postali dal valore pari a dieci milioni di lire ciascuno sono oggetto di contestazione tra una famiglia e Poste Italiane. Gli eredi hanno citato in giudizio Poste Italiane S.p.A. perché è stato loro negato il rimborso. La motivazione risiede nei Buoni Fruttiferi stessi, mancanti di serie, durata e data di scadenza (elementi fondamentali per sapere entro quando richiedere il rimborso). Inoltre, Poste Italiane si è rifiutata di rimborsare i clienti perché i titoli sarebbero stati emessi tra il 2000 e il 2001 e, quindi, risulterebbero ormai prescritti.
Tuttavia, i legali della famiglia interessata sostengono che la responsabilità è delle Poste Italiane, che ha fornito i clienti di Buoni Fruttiferi senza i dati necessari per la loro riscossione. La cifra in ballo è di quasi 200.000€ e se questa famiglia riuscisse a vincere la causa, si aprirebbe un vaso di Pandora piuttosto ampio riguardante tale argomento. Infatti, come riporta il sito corrieresalentino.it, non è la prima volta che Poste Italiane si trova in una situazione del genere. Dal 2018 al 2022, all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sono arrivate 713.066 segnalazioni di Buoni Fruttiferi caduti in prescrizione e non rimborsati.