IMU, cancellate le cartelle degli ultimi 3 anni | SENTENZA STORICA: finalmente un problema in meno

IMU, cancellate le cartelle degli ultimi 3 anni | SENTENZA STORICA: finalmente un problema in meno
IMU, cancellate le cartelle degli ultimi 3 anni | SENTENZA STORICA: finalmente un problema in meno

Una vicenda dai contorni paradossali scuote il Comune di Deruta, dove una cittadina ultranovantenne ha ottenuto un’importante vittoria legale che mette in discussione le pratiche di riscossione tributaria. L’anziana signora, residente nel comune umbro, si è trovata a dover affrontare la richiesta di pagamento dell’Imposta Municipale Unica (IMU) per 3 anni (2022, 2023 e 2024) per un totale di 513 euro, nonostante la sua precaria condizione economica e la non autosufficienza.

Il nocciolo della questione risiede in una circostanza che ha dell’incredibile: l’abitazione in questione, dimora principale dell’anziana, era stata dichiarata inagibile già nel 2018. A formalizzare tale stato di inagibilità era stata la stessa amministrazione comunale, attraverso un’ordinanza sindacale di sgombero. Questo dettaglio ha reso la richiesta di pagamento dell’IMU particolarmente controversa, sollevando interrogativi sulla coerenza delle azioni comunali.

La sentenza e le implicazioni future

La sentenza e le implicazioni future

La sentenza odierna e le sue future implicazioni.

 

Di fronte all’avviso di accertamento Imu, la novantenne, assistita da una badante e priva di redditi sufficienti, ha deciso di non arrendersi. Ha presentato ricorso alla Corte di giustizia tributaria di Perugia, contestando apertamente la pretesa del Comune. La sua difesa si basava su un elemento inconfutabile e decisivo: la produzione dell’ordinanza sindacale che attestava inequivocabilmente lo stato di inagibilità dell’immobile sin dal 2018. Questa documentazione, proveniente dalla stessa autorità che ora avanzava la richiesta fiscale, ha giocato un ruolo cruciale.

La Corte di giustizia tributaria di Perugia ha esaminato attentamente le prove documentali, constatando che non vi era alcuna contestazione valida in merito allo stato dell’immobile. Il giudice tributario ha riconosciuto la fondatezza del ricorso, annullando di conseguenza l’avviso di accertamento per i tre anni. Questo significa che l’anziana non dovrà versare i 513 euro richiesti, un sollievo economico non indifferente per chi vive in condizioni di difficoltà. Ma la sentenza non si è limitata a questo: il Comune di Deruta è stato anche condannato al rimborso delle spese processuali, liquidate in 278 euro. Una doppia vittoria che non solo esonera la cittadina dal pagamento, ma la risarcisce anche per i costi sostenuti per far valere i propri diritti, mettendo in luce una chiara responsabilità dell’ente locale.

Questa sentenza rappresenta un precedente significativo e di grande importanza. Sottolinea con forza l’importanza per le amministrazioni comunali di verificare la coerenza tra le proprie disposizioni e le successive richieste tributarie. Per i cittadini, specialmente i più vulnerabili e anziani, è un monito a non accettare passivamente richieste che potrebbero essere ingiuste, e a far valere sempre i propri diritti con il supporto di documentazione adeguata.

<!--
-->