Ci dispiace, purtroppo dobbiamo rimuoverlo | Addio Assegno Unico: queste famiglie non vedranno più un euro

Addio Assegno Unico

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Quando vengono meno certi requisiti l’Assegno Unico si ferma all’improvviso: per alcune famiglie il flusso si azzera davvero.

L’Assegno Unico è diventato in poco tempo un punto fermo per tantissime famiglie, tanto da essere considerato quasi “scontato”, come se dovesse arrivare per sempre.

In realtà non è così: la prestazione è legata a condizioni precise, e quando queste saltano il pagamento si interrompe. Nessun preavviso spettacolare, nessuna lettera drammatica: semplicemente, da un certo momento in poi, sul conto non arriva più neanche un euro.

Il meccanismo è chiaro: lo Stato riconosce l’aiuto solo se restano validi i requisiti che hanno dato diritto alla prestazione. Se cambia qualcosa nella situazione dei figli o del nucleo, oppure nella posizione personale di chi chiede l’Assegno Unico, può scattare la decadenza. Il risultato è che alcune famiglie continuano a rientrare nel perimetro del beneficio, mentre altre – magari senza rendersene conto subito – ne restano fuori e perdono l’intero importo.

Figli non più a carico: quando l’Assegno Unico svanisce

L’Assegno Unico si perde innanzitutto quando vengono meno i requisiti legati ai figli a carico. La prestazione spetta per ogni figlio minorenne e decorre dal settimo mese di gravidanza, ma anche per i maggiorenni fino a 21 anni solo se rispettano determinate condizioni: devono frequentare un percorso di formazione scolastica, professionale o universitario, oppure svolgere un tirocinio o un lavoro con reddito annuo non superiore a 8.000 euro, oppure ancora essere iscritti come disoccupati in cerca di occupazione o impegnati nel servizio civile universale.

Se queste condizioni cessano – ad esempio il figlio smette di studiare, supera la soglia di reddito, non è più registrato ai servizi per l’impiego – l’Assegno Unico per lui decade. Lo stesso accade quando il figlio non è più considerato a carico ai fini del nucleo familiare ISEE. Per i figli con disabilità il diritto resta senza limiti di età, ma deve comunque sussistere il requisito del carico. In pratica, ogni volta che cambia l’età, la situazione di studio o lavoro o l’inquadramento nel nucleo familiare, l’INPS può fermare il pagamento.

Assegno Unico
Assegno Unico, ecco chi lo perde – Wikicommons – Sardegnainblog.it

Cittadinanza, residenza e lavoro: le altre condizioni che fanno perdere tutto

La decadenza può scattare anche sul fronte dei requisiti personali di chi richiede la prestazione. Per avere diritto all’Assegno Unico è necessario essere cittadini italiani o UE (o loro familiari con diritto di soggiorno), oppure cittadini extra UE con permesso di soggiorno di lungo periodo, o con permesso unico di lavoro autorizzato per più di 6 mesi, o ancora con permesso per motivi di ricerca sempre oltre i 6 mesi. Se queste condizioni di soggiorno e cittadinanza vengono meno, si perde automaticamente il beneficio.

A questi vincoli si aggiungono quelli fiscali e di radicamento sul territorio: bisogna essere soggetti al pagamento dell’IRPEF in Italia, essere residenti e domiciliati nel Paese e avervi residenza da almeno due anni (anche non continuativi), oppure avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a termine di durata almeno semestrale. Se ci si trasferisce all’estero, se non si è più residenti, se si perdono i requisiti di soggiorno o di lavoro richiesti, l’Assegno Unico non spetta più. È qui che alcune famiglie scoprono, spesso a posteriori, di non rientrare più tra i beneficiari: in questi casi l’addio al contributo è secco, e da quel momento la prestazione smette di arrivare del tutto.

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