Nucleare, in Europa torna il terrore: “Sarà una Chernobyl 2.0” | Una centrale ucraina vicina al collasso

Nuova centrale nucleare crea caos in Europa - SardegnaInBlog.it (Screenshot video YouTube)
Nucleare, torna la preoccupazione in Europa. L’allarme è di quelli seri: “Sarà una Chernobyl 2.0”. Cosa sta succedendo
La mente non può non andare a quanto successe nel 1986. Una vera e propria tragedia che sconvolse l’Europa: ovvero il terribile incidente che venne descritto come il più grave disastro nucleare della storia. Ovviamente, il riferimento, non può che essere alla centrale nucleare di Chernobyl.
A distanza di molti anni, da quanto avvenne, la preoccupazione in Europa ritorna come non mai. Il conflitto, tra Russia ed Ucraina, torna a coinvolgere il rischio atomico. C’è, addirittura, chi parla di un “Chernobyl 2.0“. Anche se in molti non hanno ancora chiarezza su quale possa essere la minaccia.
La vera domanda che tutti si stanno ponendo, in particolar modo sui social network, è la seguente: quanto siamo vicini ad un disastro nucleare? E, soprattutto, quali sono i segnali che preoccupano gli osservatori? In ogni caso l’Europa osserva con la massima attenzione quanto sta accadendo.
Stesso discorso vale anche per le istituzioni, organismi internazionali e molto altro. La preoccupazione è che questa catastrofe non riguardi solamente l’Ucraina. Da precisare, però, che tutte le affermazioni apocalittiche corrispondono alla realtà tecnica.
Il rischio di una “Chernobyl 2.0” è concreto: cosa sta succedendo
L’argomento in questione riguarda la centrale di Zaporizhzhia. Secondo quanto annunciato da alcune fonti pare che l’impianto è da tempo al centro della contesa militare tra Ucraina e forze russe. Durante gli scontri, tra le due parti, le linee elettriche esterne che alimentano la centrale sono state scollegate. Tanto è vero che l’impianto è stato affidato a generatori di emergenza.
Allo stesso tempo le autorità ucraine hanno confermato che alcuni edifici esterni all’area nucleare sono stati colpiti. Anche se hanno criticato il fatto che non ci siano delle evidenze pubbliche di danni ai reattori o fughe radioattive. L’allarme riguarda il rischio che missili o attacchi possano colpire le strutture ausiliare come piscine di combustibile esausto, sistema di raffreddamento, o infrastrutture di supporto.
La preoccupazione cresce sempre di più
Non è finita qui visto che diversi analisti hanno segnalato che, nel caso in cui fosse danneggiata una piscina di raffreddamento, le conseguente sarebbero disastrose. Esempio? Contaminazioni estese e rischi seri per le popolazioni circostanti. Nel frattempo l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) ha lanciato altri appelli sul fatto che un possibile incidente nucleare in quella centrale non sarebbe un problema “locale”.
Un problema che, appunto, potrebbe avere delle ripercussioni transfrontaliere per un motivo molto importante: in quel caso le radiazioni non riconoscerebbero, in alcun modo, dei confini. Le autorità ucraine lanciano l’allarme. Stesso discorso vale anche per i vari paesi europei che, nel frattempo, chiedono che l’area intorno all’impianto si trasformi, quanto prima, in una zona protetta. La richiesta è quella di sospendere i combattimenti e garantire l’operatività dei sistemi di sicurezza nucleare.