Anche l’Italia vanta la propria Alcatraz: in questa isola ci sono solo prigionieri | Ecco in che regione si trova
Alcatraz - Pexels - sardegnainblog.it
Un’isola carcere al largo delle nostre coste: l’Italia ha davvero la sua Alcatraz nascosta nel Mediterraneo.
In mezzo al mare, non troppo distante dalla terraferma, esiste una piccola isola-prigione in cui quasi ogni metro quadro è legato a una casa di reclusione.
Non è un set cinematografico né un ricordo del passato: parliamo dell’ultima vera isola-penitenziario ancora in funzione nel nostro Paese, dove i detenuti vivono e lavorano circondati solo da acqua e silenzio.
Qui il carcere non è un edificio isolato ma un sistema che abbraccia l’intero territorio: terreni coltivati, sentieri, strutture di lavoro e pochi spazi abitati convivono con regole molto precise. L’idea è quella di un luogo separato, difficile da raggiungere, dove la detenzione si intreccia con attività agricole e artigianali e dove la geografia stessa dell’isola diventa parte del percorso di rieducazione.
Gorgona, l’isola-carcere dell’Arcipelago Toscano
Questa “Alcatraz italiana” è l’isola di Gorgona, la più piccola dell’Arcipelago Toscano. Misura appena 2,23 chilometri quadrati e si trova nel Mar Ligure, poco più di una trentina di chilometri al largo della costa della Toscana, come frazione del Comune di Livorno. È l’ultima isola-penitenziario ancora attiva in Italia e ospita oggi circa settanta detenuti, numero che la rende una realtà particolare, a metà tra villaggio e struttura carceraria.
L’intera isola è a disposizione dell’istituto penitenziario: vicino al porto sorge un piccolo centro abitato, mentre il resto del territorio, prevalentemente montuoso, è occupato da vigneti, uliveti e pascoli, immersi nella macchia mediterranea. Le sezioni di detenzione sono due, Capanne e Transito, e sono caratterizzate da un’impostazione meno rigida rispetto alle carceri tradizionali, con spazi di lavoro interni ed esterni, aree ricreative, una biblioteca, una palestra e perfino un campo da calcio.

Un carcere “aperto” tra lavoro, natura e turismo regolamentato
Il lavoro rappresenta il cuore del percorso riabilitativo: i detenuti sono coinvolti in attività legate ad agricoltura, viticoltura, allevamento, manutenzione e falegnameria. I prodotti ottenuti – come olio, vino, prodotti da forno e caseari – diventano parte di una piccola economia locale che intreccia carcere, territorio e qualità delle produzioni, trasformando l’isola in un laboratorio di convivenza tra pena e reinserimento.
A causa della presenza della casa di reclusione, Gorgona non è liberamente accessibile: non si può arrivare con mezzi privati, ma solo tramite traghetti autorizzati e imbarcazioni della Polizia penitenziaria. È però possibile visitarla per scopi turistici seguendo un calendario di escursioni su prenotazione, con ingressi contingentati a un massimo di cento persone al giorno, concordati con il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Tra antiche fortificazioni, fondali incontaminati e la presenza costante del penitenziario, l’isola toscana resta un unicum nel panorama italiano: un luogo dove il mare fa da confine naturale e la vita quotidiana ruota interamente attorno al carcere.
