Bestemmie, da oggi sono vietate sul serio: “Abbiamo deciso di ripristinare la disciplina” | Già scattati i primissimi arresti

In carcere per bestemmia - sardegnainblog.it (foto freepik)
Le espressioni ingiuriose o le imprecazioni contro Dio, verranno severamente punite: ora si dice basta ai cattivi costumi.
Quante volte capita di passeggiare per strada e di sentire, all’improvviso, una bestemmia volare tra automobilisti o tra semplici passanti? Probabilmente è una situazione che si ripete di frequente, ma da oggi tutto è destinato a cambiare.
La bestemmia è un’espressione ingiuriosa che, il più delle volte, coinvolge Dio o i Santi – nella nostra cultura – o, in generale, divinità che vengono considerate sacre.
Non tutti i paesi del mondo, però, la ritengono un cattivo costume: la bestemmia, infatti, è un concetto presente nelle tradizioni che venerano una divinità o figure sacre.
In alcuni sistemi di credenze, quindi, è considerata un peccato grave, in altri può essere vista come un atto di ribellione contro l’autorità divina. Da oggi, però, viene severamente punita con l’arresto.
Bestemmiare: cosa prevede la legge in Italia
Bestemmiare non viene considerato un reato nel nostro Paese, ma un illecito amministrativo che viene punito con una sanzione che varia da 51 a 309 euro. L’articolo 724 del Codice Penale prevede una sanzione pecuniaria amministrativa per chiunque bestemmia pubblicamente, utilizzando invettive o parole oltraggiose contro la divinità. La multa, tuttavia, può essere applicata solo ed esclusivamente se l’espressione avviene in pubblico e davanti ad altre persone.
Nel 1995, però, la Corte Costituzionale ha dichiarato parzialmente incostituzionale l’articolo 724, limitatamente alle parole “o i Simboli o le Persone venerati nella religione dello Stato”, poiché la norma originariamente tutelava solo la religione cattolica. Nonostante questa sentenza, la bestemmia oggi potrebbe costare davvero cara: oltre ad essere considerata un illecito amministrativo, potrebbe addirittura portare all’arresto. Ecco perché.
Arrestato per una bestemmia: cosa è accaduto
La notizia risale al 2017 e arriva direttamente dall’Indonesia. Il protagonista è l’ex governatore cristiano di Giacarta, Basuki Tjahaja Purnama, detto “Ahok”. La querelle ha preso vita durante le elezioni, che vedevano da una parte il gruppo di islamici radicali e dall’altra quello dei cristiani: la colpa di Ahok è stata quella di aver citato in un discorso la sura Al-Maidah del Corano, contestando la visione data da alcuni leader radicali.
Da qui è partita l’invettiva della fascia islamica più radicale, che lo ha accusato di blasfemia presentando una formale denuncia. Da lì è partito un processo che ha portato alla sentenza finale, una delle più dure per Ahok: è stato condannato a due anni di carcere per blasfemia da una Corte distrettuale della capitale indonesiana.