Armi sarde all’ Arabia Saudita, Pacifista sardo si autodenuncia alle autorità per sabotaggio!

bombe-sarde-in-partenza-verso-arabia-saudita

Armi sarde all’ Arabia Saudita, Pacifista sardo si autodenuncia alle autorità: E’ stato uno shock per molti sardi venire a conoscenza nei giorni scorsi dell’esistenza sul proprio territorio di una grande fabbrica tedesca di munizioni da guerra nelle campagne di Domusnovas, carichi di armi che sono stati imbarcati a più riprese verso l’Arabia Saudita, committente impegnato sia direttamente in una guerra in Yemen contro la minoranza sciita, sia indirettamente in Siria con il sostegno ai gruppi ribelli integralisti

Uno di noi però, Antonello Repetto, attivista e pacifista di Carloforte, ha deciso di fare qualcosa di più rispetto alle solite lamentele e proclami, ha deciso di autodenunciarsi alla Questura e al Prefetto di Cagliari con due lettere nelle quali gandhianamente annuncia l’intenzione di “attuare azioni di sabotaggio non violente contro la fabbrica di bombe Rwm Italia di Domusnovas“.

Le spedizioni di armi in Arabia Saudita hanno infatti scatenato una ridda di polemiche – ricordo ad esempio la posizione di Amnesty International che chiede nel contempo di istituire una commissione di inchiesta internazionale sui crimini di guerra commessi in Yemen e una sospensione immediata dei trasferimenti di armi – ma l’operato dell’azienda è stato difeso in prima persona dal ministro Pinotti: “spedizioni regolari e autorizzate nel rispetto della legge“. Non tutti però la pensano così e tra di essi c’è anche Antonello Repetto, al quale va tutta la mia stima, che spiega:

La mia coscienza di cristiano mi impone di farlo. Il governo italiano sta violando la legge numero 185 del 1990, in base alla quale non si possono vendere armi alle nazioni in guerra. L’Arabia usa queste bombe, ci sono le prove, anche e soprattutto contro civili inermi.

Continua Repetto:

Io mi sono autodenunciato, annunciando la volontà di voler attuare azioni di sabotaggio non violente, ma sarebbe il Governo italiano da denunciare perché sta violando la legge sulle armi. Tutti abbiamo letto sui giornali dei bombardamenti in Yemen e delle vittime civili.

Anche se in realtà tale legge è fumosa come sempre, ve ne pubblico qualche stralcio dall’articolo 1 (Controllo dello Stato) del Capo I:

1. L’esportazione, l’importazione e il transito di materiale di armamento nonché la cessione delle relative licenze di produzione devono essere conformi alla politica estera e di difesa dell’Italia. Tali operazioni vengono regolamentate dallo Stato secondo i principi della Costituzione repubblicana che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

5. L’esportazione ed il transito di materiali di armamento, nonché la cessione delle relative licenze di produzione, sono vietati quando siano in contrasto con la Costituzione, con gli impegni internazionali dell’Italia e con i fondamentali interessi della sicurezza dello Stato, della lotta contro il terrorismo e del mantenimento di buone relazioni con altri Paesi, nonché quando manchino adeguate garanzie sulla definitiva destinazione dei materiali.

6. L’esportazione ed il transito di materiali di armamento sono altresì vietati:
a) verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei ministri, da adottare previo parere delle Camere;
b) verso Paesi la cui politica contrasti con i principi dell’articolo 11 della Costituzione;
c) verso i Paesi nei cui confronti sia stato dichiarato l’embargo totale o parziale delle forniture belliche da parte delle Nazioni Unite o dell’Unione europea (UE);
d) verso i Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani

Insomma la decisione di armare l’Arabia Saudita è politica.

Articolo un po’ diverso dal solito per questo blog, ma credo che di fronte a queste situazioni schierarsi diventi un obbligo morale, vi lascio alle vostre valutazioni, commenti liberi, tutti i pareri sono i benvenuti.

Segui questo blog anche su FacebookTwitter e Google+!

photo credit: Pagina Facebook dell’ On. Mauro Pili.