Altare di Santo Stefano a Oschiri

Ho chiesto a Simonetta Delussu, apprezzata scrittrice e studiosa delle tradizioni sarde e preziosa collaboratrice di questo blog, di raccontarci i luoghi della Sardegna che ogni sardo o turista dovrebbe visitare almeno una volta nella vita, con una predilizione per i siti dove più fortemente si sentono la magia e le atmosfere ancestrali così tipiche della nostra terra. Perciò per una volta scusateci se non parleremo delle nostre amate spiagge.
Un lavoro molto complesso, mi spiega Simonetta, perché i luoghi da visitare sarebbero migliaia, alcuni tipicamente sardi, altri che parrebbe di essere altrove, in America o in Irlanda ad esempio. Siamo però ugualmente arrivati a scegliere i dieci luoghi che meritano di essere visitati ad ogni costo, lì dove lo sguardo si perde e il fiato muore in gola. Partendo dal misterioso altare di Santo Stefano a Oschiri.
I misteri dell’altare di Santo Stefano a Oschiri:
Oschiri quindi, non tanto per la bellezza intrinseca del sito quanto per le suggestioni ch’esso è capace di evocare. Le domande senza risposta inondano la nostra mente, impossibile non fermarsi a pensare e cercare di capire, troppi i misteriosi quesiti ai quali nessuno è stato ancora capace di dare delle risposte certe. Cosa si nasconde dietro le incisioni e iscrizioni? Sono forse legate ad antichi riti che probabilmente si praticavano in questo territorio?
Era un luogo sacro per eccellenza, questo è sicuro, la sacralità del luogo è ancora tangibile, si suppone “che vi partorissero le sciamane” o che viceversa, proprio lì, “si praticasse la scarnificazione” (quest’ultimo è un rito funebre tipico del periodo neolitico e megalitico, i cadaveri venivano deposti su pietre scanalate e lasciati al sole per un lungo periodo, col fine di liberare le ossa, da conservare o seppellire altrove). Eppure c’è dell’altro, lo si respira in ogni anfratto, ma per quanto si cerchi di penetrare nel significato più nascosto degli elementi, non si riesce in realtà a capire molto.
Il luogo è molto antico, nuragico probabilmente – se non neolitico, ma c’è anche la tesi dell’origine bizantina – , sicuramente unico nel suo genere. Perché si trova proprio a Oschiri? Perché solo lì? Quesiti su quesiti. E poi i tanti simboli – quadrati, cerchi, triangoli, false porte – , la cui disposizione non può essere certo stata casuale. Così come non sono casuali, ma senz’altro riconducibili all’astronomia, le raffigurazioni incise sulle pietra. Ecco la costellazione di Orione, con Siro al centro, secondo uno schema ripetuto solo in seguito nella disposizione delle piramidi d’Egitto (Cheope, Chefren e Micerino). E allora la domanda è questa: ci troviamo di fronte ad un sito di culto degli sciamani nuragici e prenuragici o piuttosto ad un luogo di indicazioni celesti?
La chiesa sorta più recentemente e dalla quale prende il nome il luogo, pare custodire anch’essa dei segreti. Come il volto della dea Astarte che compare nella muratura, ad evidenziare come questo luogo sia rimasto sacro nei millenni per i diversi popoli e culture succedutisi nel tempo. Un sincretismo religioso che caratterizza molte aree rituali della Sardegna, specie le più care ai nostri avi. E poi ancora tanto altro: domus de janas, pietre con volti spaventosi, sedili in pietra e 12 coppelle incise nella pietra (foto sotto).
Insomma, lungi da noi l’idea di sciogliere i misteri di questo sito così’ magico, l’articolo si pone semplicemente l’obiettivo di farvi rivivere la nostra esperienza di visita e le emozioni che ci ha suscitato. Perciò se siete alla ricerca di in un luogo tanto sacro quanto misterioso fate un salto a Oschiri, e se vi riesce partecipate ad una notte sotto le stelle con lo studioso Giorgio Pala, un’esperienza consigliatissima. Di certo tornerete a casa più ricchi se non altro di silenzio, mistero e sensazioni indescrivibili.
Per saperne di più:
Dove si trova e come arrivare all’Altare di Santo Stefano a Oschiri:
Il sito è molto semplice da raggiungere, si trova immediatamente a nord di Oschiri, al’uscita del paese.
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Simonetta Delussu nasce a Tertenia, laureata a in lettere e filosofia a Roma, consegue il dottorato sugli usi e costumi sardi a Mainz, in Germania ed è ora insegnante di liceo.
Ha al suo attivo diverse pubblicazioni, tra le quali “Stregoneria in Sardegna” e “Il delitto d’onore in Sardegna“, oltre a libri di poesia, gialli e romanzi. Ha ottenuto pure il riconoscimento della giuria al premio San Giorgio.
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