Progetto Kaleidos: percorsi fra tradizione e innovazione, considerazioni conclusive

Progetto Kaleidos, considerazioni conclusive: si è svolto nelle scorse settimane in Sardegna il progetto Kaleidos, un modo per vedere le tradizioni e la cultura sarda secondo le mille nuove sfaccettature apportate dall’innovazione, tali da fornire le basi per uno sviluppo che sia anche economico, per sfuggire così al vecchio adagio, smentito dai fatti, secondo il quale “con la cultura non si mangia“.
Progetto Kaleidos, nuove prospettive tra tradizione e innovazione:
Kaleidos infatti è una parola greca, data dall’unione “kalos”, che significa bello ed “eidos”, che significa aspetto. Dalla parola Kaleidos viene anche il caleidoscòpio, inventato in Inghilterra nel 1817 da sir D. Brewster. Si tratta di un:
Apparecchio ottico costituito da due specchi piani (talora tre) disposti ad angolo, chiusi entro un cilindro e paralleli al suo asse, i quali, grazie ad un gioco di riflessioni multiple, sono in grado di fornire, per la disposizione casuale di vetrini o altri piccoli elementi colorati, eleganti, svariatissime forme geometriche, simmetriche, che la rotazione del cilindro permette di variare a piacere e che si osservano controluce;
Dizionario Treccani
L’obiettivo del progetto Kaleidos è quindi – continuando con la metafora del caleidoscopio – quello di offrire delle nuove “prospettive di sviluppo alla tradizione delle produzioni tipiche”, attraverso “la lente” dell’innovazione tecnologica e produttiva. Dare alle tradizioni produttive e culturali della Sardegna una sostenibilità economica e reddituale in grado di limitare i danni dell’abbandono dei piccoli centri rurali e montani della Sardegna e la desertificazione culturale dei grandi centri.
Grazie al contributo della Fondazione di Sardegna, l’Associazione Amici di Sardegna ha voluto realizzare un nuovo “format” divulgativo sulle azioni, metodologie e approcci che siano innovativi nel contesto della “offerta” legata alla tradizione della Sardegna. Il progetto si è rivolto in modo particolare a tutti coloro che operano utilizzando nuove forme di produzione, narrazione e di fruizione di servizi, anche con nuove strategie di comunicazione e di valorizzazione.
Per questo sono stati realizzati una serie di piccoli eventi con brevi video che sono stati veicolati sui social media, Facebook, Instagram, You Tube e altri, allo scopo di generare interesse e partecipazione nei cittadini, turisti e consumatori sulla conoscenza e riscoperta del variegato mosaico socio economico e culturale di cui la Sardegna è espressione.
I protagonisti del progetto Kaleidos:
I protagonisti degli eventi sono degli operatori locali, imprenditori, artigiani, amministratori, insegnanti, agricoltori, liberi professionisti e operatori del turismo che, a vario titolo, rappresentano delle eccellenze in chiave produttiva, socio culturale, turistica e politica delle località che sono state inserite nel progetto. Essi sono:
Mariangela Tedde a Sassari, Stefano Cherchi a Ittireddu, Gianfranco Porta a Gonnosfanadiga, Ennio Vacca a Masullas, Marilena Ibba, Marco Todde, Anna Maria Zedda e Melissa Marcello a Tiana, Loredana Contu a Lodè, Marzia Gallus a Galtellì, Maria Cristina Ciccone a Pau, Leonardo Bison a Cagliari.
Questi interventi hanno permesso di conoscere come l’immagine produttiva della Sardegna debba essere interpretata alla luce della tradizione e da essa debba trarre impulso e sviluppo. Il prodotto Sardegna deve essere contestualizzato all’interno di una imprescindibile cornice geo politica e socio economica. Un brand che può distinguere i nostri prodotti.
Esempi concreti:
Il progetto ha quindi consentito di accrescere la conoscenza delle principali componenti e caratteristiche che costituiscono l’immagine consolidata della Sardegna ovvero: tradizioni popolari, suoni, canti, prodotti e produzioni tipiche e derivate, opere artistiche, beni identitari, pietanze tipiche, costumi e siti culturali e naturali della Sardegna.
I protagonisti di Kaleidos ci hanno offerto diverse chiavi di lettura e di interpretazione di queste componenti, senza fermarsi a “su connottu“, essi sono stati capaci di presentare e valorizzare l’innovazione nella tradizione, raccontando e promuovendo la positività di queste nuove esperienze per l’immagine del “prodotto Sardegna”.
In particolare:
- a Sassari, la Prof.ssa Mariangela Meloni ha parlato di come e quanto la cultura nonché la crescita di sensibilità possa favorire la corretta comunicazione e la produzione letteraria;
- a Ittireddu, Stefano Cherchi ha portato la sua esperienza di Archeologo che ha fatto della cultura e della ricerca la sua missione di vita;
- a Gonnosfanadiga, Gian Franco porta ha descritto come la tecnologia e l’innovazione possano aiutare la tradizione della panificazione e dei derivati della lavorazione della farina, anche con l’utilizzo di nuove strategie di comunicazione e di promozione;
- a Masullas, Ennio Vacca, Sindaco di questo importante centro della Marmilla, ha descritto la sua positiva esperienza in fatto di promozione socio turistico culturale del suo territorio e dei progetti sviluppati in ambito locale, nazionale e comunitario e sul corretto uso dei relativi finanziamenti;
- a Tiana, Marilena Ibba ha parlato della importanza delle cooperative sociali e della tutela e coinvolgimento sociale delle classi deboli; Marco Todde ha parlato della importanza che la musica corale riveste per la conservazione dei riti sacri e pagani della cultura locale, mentre Salvatore Marcello ha parlato del pane tipico locale e della sua commercializzazione e infine Melissa Marcello ha descritto la sua arte “la fotografia”, con la quale esporta le immagini più significative della sua piccola comunità nel resto del mondo;
- a Lodè, Loredana Contu ha testimoniato la sua esperienza di operatrice agrituristica e della sua “didattica sperimentale” per la conservazione di endemiche piante da frutto;
- a Galtellì, la Guida turistica Marzia Gallus ci ha parlato della importante funzione che può svolgere un ufficio di informazioni e accoglienza turistica;
- a Pau, l’Archeologa Maria Cristina Ciccone ha portato la testimonianza della propria associazione “Menabò” che da oltre 10 anni gestisce il Museo e il parco dell’Ossidiana;
- l’Archeologo Leonardo Bison ha infine posto l’accendo sulla necessità di abbattere le rendite di posizione in fatto di studio e gestione dei beni archeologici e culturali per dare nuove opportunità e occupazione ai tanti giovani laureati in discipline umanistiche.
Per maggiori info e aggiornamenti:
Il materiale realizzato nel corso del progetto è visionabile sul sito www.amicidisardegna.it, sul canale Youtube di Amici di Sardegna e sulla pagina Facebook ufficiale “Kaleidos”.
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