Spostamenti tra regioni confermati dal 3 giugno. Cosa succederà in Sardegna?

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Spostamenti tra regioni confermati dal 3 giugno: è stata una settimana febbrile, con la solita ridda di voci e ipotesi sull’effettiva riapertura agli spostamenti tra regioni, c’era chi pensava ad un rinvio di una settimana, chi ad escludere almeno all’inizio almeno Lombardia e Piemonte. Poi, ieri sera, il vertice convocato dal presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, all’uscita del quale, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha confermato il via libera agli spostamenti tra regioni dal 3 giugno 2020. Senza autocertificazioni.

Anche se proseguiranno i monitoraggi dell’andamento della curva dei contagi si intende, mentre continua il confronto con le regioni.

Dove andranno i lombardi in vacanza. Anche in Sardegna?

La Sardegna non ha trovato terreno fertile per il certificato di negatività dall’incontro con le altre regioni, che invece si sono prodigate in inviti al sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a visitare le proprie spiagge e località vacanziere, con l’evidente proposito di scippare turisti alla nostra isola.

Che poi, da un’indagine del Touring Club Italiano i lombardi – contribuiscono per circa 14 miliardi alla spesa turistica degli italiani in Italia – andranno in vacanza soprattutto in Emilia Romagna, nella Lombardia stessa e in Trentino Alto Adige. Insomma, molto mare della Romagna e tanta montagna. A seguire andranno in vacanza in Toscana, Veneto e Liguria e solo in ultima battuta nelle Marche e in Sardegna.

E per arrivare in Sardegna?

Il passaporto sanitario chiesto dal presidente, Christian Solinas, sarebbe un’ottima cosa se fosse realizzabile, ma al momento sussistono evidenti limiti pratici (mancano i laboratori per i tamponi molecolari classici, mentre quelli salivari non sono stati ancora validati). La misura è peraltro osteggiata dal governo nazionale che è l’unico a poter decidere in materia, come ha ricordato il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia:

Rileggete l’articolo 120 della Costituzione. Una Regione non può adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazione delle persone.

Resta il piano B, cioè chiedere un’autocertificazione prima di atterrare in Sardegna abbinata (che a sua volta potrebbe non essere legittima perché ai sensi del decreto del presidente della Repubblica 445/2000 non è possibile autocertificare una condizione di salute) e una app per la geolocalizzazione durante la permanenza in Sardegna da scaricare volontariamente sul proprio smartphone.

Lo stesso Solinas aveva annunciato la soluzione per ieri sera (venerdì 29 maggio 2020), ma la conferenza stampa in streaming è stata posticipata a lunedì prossimo (1° giugno 2020).

A questo punto non mi stupirebbe se, alla fine, da mercoledì 3 giugno 2020 ci si potesse muovere liberamente in tutta Italia senza stress. Anche in Sardegna., anche per via delle pressioni operate dai tour operator, che chiedono regole chiare adesso. Non ci resta che aspettare altre 48 ore.