Bracciale nuragico o prenuragico riconsegnato ai sardi da un anonimo tramite Nurnet!

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Bracciale nuragico o prenuragico riconsegnato ai sardi da un anonimo tramite Nurnet: L’opera di sensibilizzazione svolta in questi anni da fondazione di partecipazione Nurnet sta dando i suoi frutti oltre ogni aspettativa, uno splendido braccialetto in bronzo, forse nuragico o persino prenuragico, con inscritti numerosi simboli legati alla fertilità e simili a quelli che compaiono nelle domus de janas, è stato recapitato con un plico anonimo al suo presidente, Antonello Gregorini, che lo ha subito consegnato ai Carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Archeologico.

Il braccialetto è di forma ellittica ed ha dimensioni tali da far credere che si trattasse di un oggetto appartenuto a un bambino o a una donna dal fisico esile,  il diametro grande interno è infatti di mm 52, quello esterno di mm 61. L’apertura da cui verosimilmente veniva infilato il polso è di due centimetri. La cosa più interessante sono i decori in bassorilievo, simboli ripetuti più volte, come una trentina di spirali e 14 figure triangolari che ricordano i cosiddetti Chevron, o denti di lupo, presenti a decoro dell’esedra di tante Domus de Janas della Sardegna e ben noti in tutto il mondo neolitico. Trovate qui la descrizione precisa dell’oggetto, la sua interpretazione e tante foto.

Io vorrei porre l’accento sul ruolo importante che svolge la fondazione di partecipazione Nurnet nel panorama culturale isolano. Da un lato infatti essa si occupa di divulgare la Storia nuragica e prenuragica della Sardegna, ancora largamente sconosciuta nei dettagli anche ai sardi, dall’altro cercando di promuoverne e valorizzarne l’unicità a livello nazionale e internazionale.

Questa vicenda però ci dimostra anche l’importanza che questa associazione ha saputo ritagliarsi nello scuotere la sensibilità e l’orgoglio dei sardi per un passato la cui valorizzazione culturale potrebbe benissimo fare da volano allo sviluppo economico per la nostra isola, in un’ottica di turismo responsabile e sviluppo sostenibile.

Così Antonello Gregorini, presidente di Nurnet in una nota pubblicata sui canali dell’associazione:

Mi piace supporre che qualcuno, avendo seguito per mesi e mesi le narrazioni di Nurnet, la campagna “Adotta un Nuraghe”, le reiterate note morali sul patrimonio unico dell’antica Civiltà Sarda, l’azione di acquisto dei quattro bronzetti presso la casa d’aste londinese dell’anno scorso, e in ultimo l’appello del 31 dicembre per “restituire ciò che è di tutti”, si sia convinto che un oggetto del genere non potesse restare nascosto agli appassionati.

Mi piace anche sognare che il precedente possessore del reperto abbia voluto essere d’esempio e suscitare uno spirito di emulazione per tutti quelli che, come lui, tengono i reperti di famiglia nei cassetti, pur soffrendone la presenza, avendo tuttavia paura di liberarsene.

Senza questa opera di sensibilizzazione delle coscienze – ricordo anche la bellissima mappa interattiva di nuraghi – questo importantissimo braccialetto con tutta probabilità sarebbe rimasto tra le cianfrusaglie di famiglia. La stessa Nurnet invita chi avesse in casa reperti simili a farsi avanti, anche in maniera anonima. Non tutti i possessori di reperti sono per forza tombaroli, ricordo per esempio come praticamente chiunque abbia arato un campo del Campidano abbia ritrovato un qualche reperto.

Così l’anonimo si giustifica:

È un oggetto che appartiene alla comunità dal 1956, non sono un trafficante né un tombarolo, tanto meno lo erano i miei genitori. Lo spedisco a voi per la difficoltà a giustificare il possesso delll’oggetto e ad entrare in contatto con gli organismi preposti.

Nella lettera si fa anche riferimento alla zona di ritrovamento in fase di costruzione o miglioria di una strada in Ogliastra tra Lanusei, Arzana e Ilbono.

La foto sopra è del bracciale ed è di proprietà di Nurnet (è stata presa dalla sua pagina Facebook).