FISCO senza pietà: se hai dei debiti ora sei rovinato davvero | Te li scalano direttamente dallo stipendio
Novità Agenzia delle Entrate (AdobeStock) Sardegnainblog.it
Un giorno controlli la busta paga e manca una fetta di stipendio: non è un errore, è una trattenuta che può scattare senza preavviso.
Finché il debito resta “là fuori”, in una cartella o in una comunicazione che rimandi, sembra quasi gestibile. Il problema è quando quel debito entra nella tua quotidianità e tocca l’unica cosa che non puoi permetterti di vedere ridotta: lo stipendio. In quel momento non parli più di scadenze o di promesse, ma di soldi che non arrivano, di spese che restano uguali e di un margine che si assottiglia all’improvviso.
La sensazione più spiazzante è il modo in cui può accadere. Non il solito percorso lento, con passaggi e tempi lunghi, ma un taglio che sembra già deciso. E quando provi a capire il perché, scopri che non è una “svista” dell’ufficio paghe, né un problema tecnico: è un meccanismo pensato per rendere il recupero più diretto e meno aggirabile.
È qui che nasce l’allarme: non si tratta di una misura generica che colpisce chiunque, ma di una procedura che può trasformare un debito fiscale in una trattenuta costante, mese dopo mese. E se non ti sei mai occupato davvero della tua posizione, rischi di accorgertene quando ormai la macchina è partita.
La novità che cambia tutto: trattenuta automatica e niente avviso
Il punto è il pignoramento automatico dello stipendio introdotto nella riforma della riscossione del 2025: per una parte dei lavoratori, la trattenuta può scattare in automatico senza la classica notifica preventiva e senza i tempi di opposizione che finora accompagnavano l’iter. La misura riguarda soprattutto i dipendenti della pubblica amministrazione, perché sono gli enti pubblici stessi a effettuare i controlli sulle posizioni debitorie legate alle cartelle esattoriali.
La trattenuta si attiva solo al verificarsi di due condizioni: il debito fiscale deve superare i 5.000 euro e lo stipendio netto mensile deve essere oltre 2.500 euro. Se rientri in questi criteri, la decurtazione non aspetta “avvisi”: parte e può diventare una presenza fissa, proprio perché il recupero viene impostato per essere continuo.

Quanto possono trattenere e chi, per ora, resta fuori
Non viene toccato tutto lo stipendio: la trattenuta è parziale e la quota massima prevista arriva fino a un settimo della retribuzione mensile. Il prelievo si ripete ogni mese finché il debito non viene estinto, con l’idea di recuperare il credito senza azzerare il reddito disponibile, ma creando comunque una pressione concreta su chi rientra nei requisiti.
Per ora, questa logica non coinvolge il settore privato, almeno secondo l’impostazione attuale. Proprio per questo diventa fondamentale non vivere “alla cieca”: tenere d’occhio la propria posizione fiscale e valutare, dove possibile, strumenti come la rottamazione quinquies può evitare che un debito lasciato lì, a marcire, si trasformi nel taglio più difficile da digerire: quello direttamente in busta paga.
