Conto corrente cointestato: ecco perché va evitato come la peste | C’è uno svantaggio che conoscono in pochi
Conto corrente cointestato - DepositPhotos - sardegnainblog.it
Aprire un conto condiviso sembra una scelta comoda e conveniente, ma c’è un rischio nascosto che può costarti carissimo.
La cointestazione di un conto corrente viene spesso vista come la soluzione più pratica per gestire spese comuni, bollette di casa, progetti familiari o attività in collaborazione. Due firme, un solo rapporto con la banca, movimenti più semplici da seguire: sulla carta sembra tutto perfetto. Ci si concentra sui vantaggi immediati e sulla fiducia reciproca, dando quasi per scontato che non ci saranno mai problemi lungo la strada.
In realtà, nel momento in cui il conto diventa cointestato, i soldi non appartengono più “solo” a uno o all’altro, ma entrano in una sfera condivisa dove ognuno può operare senza il consenso dell’altro. All’inizio può sembrare un dettaglio di poco conto, ma basta che arrivi una separazione, una rottura personale, un imprevisto grave o un lutto perché il quadro cambi completamente.
È proprio in queste situazioni che emerge lo svantaggio di cui quasi nessuno parla quando firma la cointestazione allo sportello.
Il vero rischio nascosto: sei esposto ai problemi dell’altro
Il punto critico è che, con un conto cointestato, le finanze dei cointestatari sono interconnesse. Se uno dei due ha debiti, difficoltà economiche o viene coinvolto in procedure legali, l’altro può ritrovarsi coinvolto suo malgrado nelle conseguenze. Non si tratta solo di discussioni tra conviventi o soci: in casi estremi si può arrivare alla sospensione dell’accesso ai fondi, o alla necessità di coprire somme legate a comportamenti poco responsabili dell’altro cointestatario.
Basta che una delle parti utilizzi il conto in modo disinvolto – prelievi consistenti, acquisti personali non condivisi, decisioni unilaterali – perché scattino conflitti pesanti. Se poi qualcuno decide di chiudere il conto o ritirare una cifra importante senza preavviso, la situazione può degenerare rapidamente. Il risultato è che un conto nato per “semplificare” la vita finisce per diventare una fonte di tensioni, risentimento e sfiducia, proprio perché quel rischio di intreccio totale delle finanze non era stato davvero messo in conto all’inizio.

Successioni, blocchi e tasse: gli altri effetti che nessuno considera
A complicare il quadro ci sono anche le implicazioni legali. In caso di decesso di uno dei cointestatari, il conto può entrare a pieno titolo nel processo di successione, con fondi non immediatamente disponibili per chi resta. Nel frattempo l’altro cointestatario può trovarsi con il denaro bloccato, proprio quando servirebbe maggiore liquidità per affrontare spese urgenti. Se poi non esistono accordi scritti chiari, tra eredi e cointestatario può nascere un contenzioso su chi ha diritto a cosa e in quali proporzioni.
Non vanno sottovalutate neppure le ricadute fiscali. Entrambe le persone intestatarie del conto possono essere chiamate a dichiarare i redditi generati dalle somme depositate e, in caso di controlli, l’assenza di una registrazione chiara delle transazioni può creare problemi a tutti. Per proteggersi, l’articolo suggerisce di valutare accordi legali che definiscano diritti e responsabilità di ciascuno, e di tenere distinti almeno in parte i conti personali da quello comune. In molti casi, avere un conto cointestato solo per alcune spese e conti separati per il resto è l’unico modo per godere dei benefici della condivisione senza esporsi completamente allo svantaggio che pochi, all’inizio, vedono davvero.
