340 euro all’anno, approvata la “TASSA SUPERMERCATI” | Nuova mazzata per le famiglie italiane: nessuno sarà esente
In arrivo la tassa sui supermercati - Wikicommons - Sardegnainblog.it
Una nuova stangata sulla spesa quotidiana colpisce tutte le famiglie italiane: una sorta di tassa occulta che svuota il carrello.
Negli ultimi mesi fare la spesa è diventato il termometro più crudele del costo della vita: il carrello è sempre più vuoto, lo scontrino sempre più lungo. Anche chi non guarda notiziari o dati economici si accorge che qualcosa non torna, perché le stesse identiche cose messe nel carrello dodici mesi fa oggi costano nettamente di più.
Questa pressione non riguarda solo qualche prodotto di nicchia, ma tocca il cuore della spesa di ogni giorno: pane, pasta, latte, carne, frutta, verdura. È una stangata silenziosa, che non compare in busta paga né in bolletta ma ti aspetta puntuale alla cassa del supermercato, colpendo allo stesso modo chi vive in città e chi abita nei piccoli centri.
Perché la chiamano “tassa supermercati” anche se non è una vera imposta
Secondo i calcoli dell’Osservatorio prezzi riportati da QuiFinanza, nel 2025 i prezzi alimentari sono destinati a salire in media di circa il 3,7%, mentre l’inflazione generale si ferma intorno all’1,6%. Tradotto in concreto, per una famiglia tipo con due figli questo significa oltre 340 euro all’anno in più solo per cibo e bevande a parità di prodotti nel carrello: una cifra che non vedi come voce separata, ma che ti viene sottratta un pezzetto alla volta, ogni volta che passi alla cassa.
La chiamiamo “tassa supermercati” proprio per questo: non è una tassa votata in Parlamento, non arriva con un F24 da compilare, ma è una spesa aggiuntiva che colpisce tutti, senza eccezioni. Non puoi evitarla smettendo di usare un servizio o rinviando un pagamento, perché riguarda i beni essenziali che porti in tavola ogni giorno. Di fatto svolge lo stesso ruolo di un’imposta occulta: riduce il tuo potere d’acquisto e drena reddito dalle famiglie verso la filiera dei prezzi in aumento.

Chi paga di più (e come difendersi da questa “tassa occulta”)
Il problema è che questa pseudo–tassa non pesa allo stesso modo su tutti. Le famiglie con redditi bassi, che già destinano una quota altissima del proprio budget alla spesa alimentare, sono le più colpite: quei 340 euro in più l’anno si traducono in rinunce concrete, meno qualità nel piatto, tagli su altre spese indispensabili come bollette o farmaci. Per chi ha entrate più alte, la stessa cifra può essere fastidiosa, ma non mette a rischio l’equilibrio del bilancio familiare.
Non potendo evitare di andare al supermercato, l’unica difesa è diventare più strategici: confrontare i prezzi tra insegne diverse, approfittare delle offerte vere sui prodotti che usi davvero, preferire marchi di qualità ma meno pubblicizzati, ridurre gli sprechi in cucina e pianificare i pasti per evitare acquisti impulsivi. Non cancella la “tassa supermercati”, perché gli aumenti restano, ma ti permette almeno di limitarne l’effetto e di recuperare, decisione dopo decisione, una parte di quei 340 euro che altrimenti scivolerebbero via in silenzio dal tuo portafoglio.
