Bottiglie di plastica, dopo il tappo attaccato un’altra novità | Questa è ancora più clamorosa: ecco come diventeranno
Bottiglie di plastica- sardegnainblog.it (foto pexels)
Bottiglie di plastica, dopo il tappo fisso arriva una nuova svolta: a breve saranno più riciclate e visibilmente diverse nell’aspetto.
Le bottiglie di plastica sono ovunque: in frigo, nello zaino, in auto, nelle macchinette. In Europa se ne consumano miliardi ogni anno e l’Italia è tra i Paesi che ne usano di più, con un impatto enorme su rifiuti e inquinamento da plastica. Una parte finisce negli impianti di riciclo, ma troppe bottiglie arrivano ancora in mare, nei fiumi e negli ecosistemi naturali.
Per questo l’Unione europea ha iniziato a intervenire direttamente sul modo in cui le bottiglie sono fatte. Prima è arrivato il discusso tappo attaccato, obbligatorio per ridurre la dispersione dei piccoli pezzi di plastica nell’ambiente. Ora, però, si prepara un cambiamento ancora più profondo, che non riguarda solo la comodità di apertura, ma proprio la composizione della bottiglia che teniamo in mano.
Nelle prossime stagioni potremmo ritrovarci sugli scaffali bottiglie dall’aspetto leggermente diverso: meno lucide, meno “perfette” e con piccoli segni visibili del loro passato… già dentro altre bottiglie.
Dal tappo alla plastica riciclata: cosa cambierà entro il 2030
La novità chiave riguarda la quota obbligatoria di plastica riciclata. Come spiega Money.it, da quest’anno le bottiglie in PET devono già contenere almeno il 25% di materiale riciclato, calcolato sul peso complessivo di corpo, tappo ed etichette. Non è solo un dettaglio tecnico: significa ridurre l’uso di plastica “vergine” e spingere l’industria a recuperare davvero quello che buttiamo nella raccolta differenziata.
Ma la vera svolta arriverà nel 2030, quando la percentuale minima di plastica riciclata salirà ad almeno il 30%. L’obiettivo dichiarato è quello di avvicinarsi a bottiglie composte un giorno quasi del tutto da materiale riciclato, dentro un sistema di economia circolare che riduca la pressione sulle risorse naturali e sui mari. Per i produttori sarà una rivoluzione industriale, per noi consumatori si tradurrà in bottiglie un po’ più opache, leggermente meno trasparenti, magari con una colorazione meno uniforme rispetto a quelle “perfette” che conoscevamo finora.

Come saranno le nuove bottiglie (e perché non è un difetto)
La direttiva europea chiarisce che sicurezza e qualità delle bevande resteranno invariate: l’acqua avrà lo stesso sapore, così come bibite e succhi. A cambiare sarà solo l’“abito” esterno: le bottiglie con tanta plastica riciclata potranno apparire più “spente”, con un effetto vetro satinato e piccole irregolarità cromatiche. Sono i segni visibili del fatto che quel contenitore non è nato da zero, ma da altra plastica già utilizzata e recuperata invece di finire in discarica o in mare.
In pratica, la bottiglia perfettamente trasparente diventerà sempre più l’eccezione, mentre quella un po’ opaca potrebbe diventare il nuovo simbolo di scelta sostenibile. Non sarà più solo l’etichetta “100% riciclata” a raccontare la differenza, ma l’aspetto stesso del contenitore. Sapere che entro il 2030 tutte le bottiglie dovranno contenere almeno il 30% di plastica riciclata significa anche questo: ogni volta che apriremo un tappo fissato al collo e noteremo una plastica meno brillante, avremo la prova concreta che una parte di quel rifiuto è già stata trasformata in risorsa, invece di finire a galleggiare in mare.
