9 studenti su 10 si iscriverebbero in un ateneo digitale: il report Euromedia Research

In un mondo che si muove rapidamente verso l’immaterializzazione della maggior parte dei servizi, il settore accademico non può sfuggire a questo inevitabile cambiamento epocale. Se, nella formazione, durante l’era pre-COVID, questo cambiamento veniva visto come un possibile limite, oggi rappresenta, invece, una consistente opportunità di inclusione per tutti.
Il consenso degli studenti per le università telematiche
I numeri dimostrano che gli atenei digitali costituiscono una grande opportunità per gli studenti e per le famiglie. Secondo i dati Ustat del Ministero dell’Università e della Ricerca, infatti, negli ultimi dieci anni le iscrizioni alle università telematiche sono cresciute in maniera notevole, passando dai circa 40 mila studenti iscritti nel 2012 ai quasi 160 mila del 2021. Una dato in crescita del 300%.
Questi numeri sono certamente influenzati da vari fattori socio-economici, come l’aumento generale dei costi e il caro affitti, ma sono comunque manifesto di un cambiamento di approccio verso questa realtà. La formazione da “remoto”, o e-learning, consente anche una migliore conciliazione tra lavoro e studio, permettendo agli studenti, dunque, di non sacrificare un’attività a discapito dell’altra.
Il rapporto “Le università digitali come fattore di riduzione delle disuguaglianze”, condotto da Euromedia Research, raccoglie una serie di dati molto interessanti. Ad esempio è stato rilevato che il 27,5% del campione statistico (ragazzi di età compresa tra i 17 e 24 anni), affermano che “il remoto diventerà la normalità”, mentre l’89% accederebbe a un ateneo digitale se il proprio corso di laurea favorito non fosse disponibile nell’area di residenza.
Tuttavia, è importante prestare attenzione nella scelta dell’ateneo. L’offerta in rete è molto vasta, anche se spesso la validità delle proposte non è sempre garantita. Pertanto, è consigliabile optare per un ateneo digitale regolarmente accreditato presso il Ministero dell’Università e della Ricerca, come ad esempio ecampus, istituita nel 2006, con oltre 500 poli di studio in Italia.
Grazie alla loro accreditata validità da parte del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, atenei come questo forniscono programmi di studio all’avanguardia e materiali didattici di alta qualità, garantendo che gli studenti ricevano una formazione completa e riconosciuta a livello nazionale.
Personalmente mi sono rivolto a un’università telematica per l’ottenimento di 24CFU per poter insegnare e mi sono trovato molto bene, anche perché avendo già un’attività lavorativa da seguire, ho potuto organizzarmi al meglio secondo gli orari a me più comodi, fruttando la gran mole di materiale disponibile online, tra dispense, video lezioni, test, esami e via dicendo. Se si sceglie l’università giusta, l’e-learning può essere una valida alternativa alle università fuori sede, che per i giovani sardi vuol dire spesso nella penisola, con enormi costi economici.
Se lo smart working rappresenta il presente e il futuro del lavoro, l’e-learning rappresenta, inevitabilmente, una grande occasione per ridurre le disuguaglianze sociali e garantire a ogni cittadino la migliore esperienza di accesso allo studio e alla formazione, indipendentemente dalla zona geografica in cui si risiede o si intende vivere la propria vita.