Cagliari: Uno stadio avveniristico e il museo del Betile per far ripartire la città?

Gli investitori americani fanno sul serio e nella giornata di ieri hanno presentato al sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, il loro progetto per uno stadio avveniristico, ispirato all’Allianza Arena del Bayern Monaco, con 30 mila posti a sedere tutti coperti, dove si possa giocare a rugby e ascoltare concerti, dove ci siano negozi ed alberghi. E poi tutto assolutamente innovativo, dalle suadenti quanto modernissime linee al risparmio energetico (pale eoliche e fotovoltaico), al recupero delle acque (fitodepurazione), persino il cemento dell’attuale impianto verrebbe recuperato e utilizzato. Insomma un’opera che potrebbe davvero trasformare le ambizioni di Cagliari città e della sua squadra. Progetto subordinato ovviamente all’acquisto del Cagliari calcio, società scelta proprio per il suo bilancio sanissimo, gli americani che presto dovrebbero presentarsi con nome e cognome hanno messo sul piatto investimenti per 85 milioni di euro.
Allo stesso tempo nei giorni scorsi si è riparlato della realizzazione del museo del Betile (il progetto di Zaha Hadid, dove magari esporre i Giganti di Monti Prama), anche in virtù della candidatura di Cagliari a Città Europea dell Cultura 2019, che – basandosi sull’esperienza di Marsiglia, col suo Museo Mediterraneo – potrebbe dare una marcia in più alla nostra città. Una Cagliari che si troverebbe con un’ampia zona della città, oggi fatiscente, riqualificata e un nuovo grande quartiere sportivo e culturale, decisamente moderno, per non dire futuristico.
Se le due strutture dovessero realizzarsi contemporaneamente si muoverebbero investimenti pubblici e privati per almeno 150 milioni di euro, con forti ricadute sul mondo del lavoro (si stimano 4-500 addetti diretti solo per la costruzione del nuovo stadio, più l’indotto) e l’economia isolana. Senza considerare i posti di lavoro poi a regime, specie considerando la spinta proveniente dal turismo, qualora la città divenisse finalmente una di quelle mete inn, sulla bocca di tutti.
Solo un sogno? Una fantasia? Un esercizio dialettico? Speriamo di no, la città e la Sardegna tutta hanno bisogno di vedere un nuovo futuro.
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