Pecorino dell’Alta Baronia, ecco il nuovo Presidio Slow Food!

Pecorino dell-alta Baronia di Gianni Mele

Pecorino dell’Alta Baronia, ecco il nuovo Presidio Slow Food: pochi giorni fa vi abbiamo raccontato dei tre nuovi Presidi Slow Food nati in Sardegna a difesa delle produzioni di qualità di formaggi ottenuti da latte di pecora. Un modo per valorizzare prodotti unici e fare in modo che, grazie alle loro qualità organolettiche, possano spuntare una più alta remunerazione sul mercato, evitando di dipendere eccessivamente dai prezzi del latte stabiliti dai grandi caseifici e che a loro volta fortemente condizionati dalle quotazioni del Pecorino Romano.

Bene, vi avevamo promesso che vi avremmo dato maggiori indicazioni su questi prodotti, partiamo oggi dal Pecorino dell’alta Baronia.

Un presidio che nasce da una storia molto bella, da un uomo che rinuncia al posto fisso per ritornare alla vista agro-pastorale, per ritornare alla vita di suo padre. Perché la libertà è qualcosa a cui difficilmente si riesce a rinunciare, specie dopo averla assaporata appieno tra i pascoli della Sardegna.

La storia di Gianni, che ha rinunciato al posto fisso per fare il pastore:

È questa infatti la storia di Gianni Mele, che produce il Pecorino dell’alta Baronia e vive a Lodè, nel nord est della Sardegna, in un territorio che rientra nel Parco di Tepilora, siamo subito a sud della turistica Gallura.

Così Gianni si racconta sulle pagine del sito di Slow Food:

A 35 anni, una dozzina d’anni fa, mi sono licenziato e ho lasciato il posto fisso da agente penitenziario. Sentivo che mancava qualcosa nella mia vita… così ho chiesto una mano a mio padre, che ha sempre fatto il pastore e prodotto i formaggi, e ho imparato anch’io.

Caratteristiche del Pecorino dell’alta Baronia:

Il Pecorino dell’alta Baronia è un formaggio a latte crudo di forma cilindrica, con un diametro di 25-40 cm e un peso che oscilla tra i 3 e i 10 chili, che si produce da dicembre a fine giugno.

Gianni ne produce di due tipi: uno con stagionatura superiore ai sei mesi e uno semistagionato, lasciato riposare per un tempo che va dalle nove settimane ai sei mesi. La stagionatura minima prevista dal disciplinare del Presidio è comunque di due mesi.

Caratteristiche organolettiche:

La pasta è di colore paglierino, lievemente grassa, compatta o di consistenza più scagliosa nelle forme maggiormente stagionate. Si distingue per la leggera occhiatura e la una crosta color nocciola, dura e con lievi rigature lasciate dagli stampi.

Al naso i sentori ricordano la macchia mediterranea e in bocca il sapore è persistente, dolce e dal piccante equilibrato. Si consuma come formaggio da tavola oppure da grattugia per condire primi piatti.

Insomma, un formaggio in grado di raccogliere e raccontare l’identità e le unicità del territorio dove nasce, a partire dai lentischi e dai corbezzoli di cui si cibano gli ovini al pascolo brado all’ombra del Montalbo.

Così Gianni spiega il suo lavoro e il suo prodotto:

I nostri padri facevano questo lavoro con passione, ognuno produceva il proprio formaggio, imparando da nonni e bisnonni che tramandavano quei piccoli “segreti” che caratterizzano il sapore di ogni forma. Io ho studiato, cercato di capire perché, e in che modo, il formaggio cambi ogni volta. Ho compreso che il formaggio è fatto di tanti tasselli, dal pascolo agli attrezzi utilizzati, dalla salamoia al modo in cui lo si lo affina.

L’importanza del presidio Slow Food:

La possibilità data del Presidio Slow Food è probabilmente più grande di quello che si possa immaginare leggendo queste righe, apre infatti la possibilità a tanti giovani di tornare al lavoro dei propri avi. Un lavoro duro e faticoso certo, ma capace di dare grandi soddisfazioni, specie se si riesce a vivere in maniera dignitosa grazie ad una giusta valorizzazione del proprio prodotto e dei propri sacrifici.

Una scommessa ancora tutta da vincere, questo è solo il primo passo, ma è anche cosi che da un lato si combatte lo spopolamento delle aree interne e dall’altro si salvaguarda il territorio.

Contatti:

Se volete sapere dove e come comperarlo e quanto costa, questi sono i contatti:

Copyright: foto e informazioni dal sito e dal comunicato stampa di Slow Food. Non siamo stati pagati per promuovere questo prodotto, abbiamo scritto l’articolo gratuitamente, nella speranza di riuscire a dare una mano all’iniziativa.