Fortezza nuragica de Su Casteddu de Fanaris a Decimoputzu: Ci siamo sempre chiesti come mai nel Campidano e più precisamente vicino Cagliari i nuraghi fossero quasi del tutto assenti, adesso però si scopre che a Decimoputzu, a pochi chilometri dalla città e lungo una delle due rotte commerciali che passavano ai lati della piana del Campidano (nella vicina Villasor è stata ritrovata la più grande raccolta di spade nuragiche votive), sorgeva un grande complesso nuragico, ancora da scavare, forse persino più esteso dal celebre su Nuraxi di Barumini e che, per numero di torri, ricorda il nuraghe Arrubiu di Orroli. Ecco a voi la Fortezza de Su Casteddu de Fanaris!
Personalmente adoro questi siti capaci di “risvegliare l’Indiana Jones che è dentro ognuno di noi“, perciò per raccontarvi di questo importante insediamento nuragico ho chiesto alla locale guida turistica, Silvia Piras, di scriverci qualche dettaglio in più. Già la scorso fine settimana Silvia ha portato sul sito 60 persone in una bella escursione organizzata assieme ad Amici di Sardegna Onlus (molte delle foto che vedete in questo articolo sono dell’associazione). Lascio a lei la parola.
Nel territorio di Decimoputzu giace un gigante addormentato in attesa di risveglio dal lungo sonno dell’oblio. Il suo cuore è racchiuso e nascosto dalla folta vegetazione, dalla terra e dai crolli che si sono succeduti nel tempo. Eppure le sue tante tholos sono ancora lì, sulle piccole alture in agro di Decimoputzu, al confine con Vallermosa. Le si può scorgere mentre si stagliano sulla pianura circostante o ammirare dall’alto quando emergono dal terreno, con i grandi massi che in questi giorni di primavera appaiono rossi a causa dei rigogliosi licheni che li ricoprono.
E’ un luogo panoramico – l’omonima punta Fanaris è alta 147 metri s.l.m. – , che permetteva il controllo sulla piana circostante, l’aria pulita permette infatti di vedere lontano e, come in un viaggio nel tempo, di osservare il territorio fino alla linea dell’orizzonte, come i nostri avi già facevano 3500 anni fa, alla ricerca dei piccoli punti in movimento in lontananza. E proprio il granito di Punta Fanaris ha fornito l’elemento principale per la costruzione della fortezza, un complesso nuragico complesso che presenta una grande varietà e ricchezza di temi costruttivi, sia a filari che poliedrica – frutto dunque di una concezione architettonica evoluta – , che conferisce al sito un aspetto e uno stile architettonico decisamente unici.
Purtroppo l’attuale stato di conservazione rende difficile l’individuazione precisa della struttura a causa dei numerosi crolli e conseguente interramento murario ma dall’analisi costruttiva si desume che tutte le parti non siano coeve.
Domenica 12 aprile il gigante ha potuto avere la compagnia di un’allegra brigata di pionieri escursionisti che ha fatto visita al nuraghe risvegliandolo appena dal suo sonno perpetuo. Tra lo stupore per la scoperta resti di una struttura così imponente e l’incanto per la bellezza del paesaggio primaverile, i circa 60 escursionisti porteranno adesso dentro di se la consapevolezza dell’esistenza della Fortezza de Su Casteddu de Fanaris.
L’unica forma di analisi del complesso fu fatta da F. Sedda nella sua tesi di laurea del 1972. Non mi risultano altre particolari forme di attenzione e studio su questo grande e singolare complesso che oggi continua a restare misterioso e purtroppo abbandonato. Pochissime le fonti, nessun tipo di intervento di scavo serio è mai stato fatto sul sito, poche menzioni in testi specifici. Così pur non essendo ortodossa la prassi di far riferimento a tesi di laurea, la mancanza di altre fonti, ci fa ritenere l’attuale e mirabile studio del Sedda del ‘72 unica fonte a cui far riferimento.
La visita di questo sito può nascondere dei tranelli, inoltre si debbono attraversare dei terreni privati. Per visitarlo in tutta sicurezza meglio quindi rivolgersi a guide riconosciute, meglio se del territorio. Si può così profittare per una gita all’aria aperta a tutto tondo, ancora più bella tra i fiori della Primavera sarda.
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photo credit: Le foto di questo articolo sono di Silvia Piras e di Amici di Sardegna ONLUS.
This post was published on 18 Aprile 2015 12:03
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Perchè si continua a indicare la fortezza nuragica in territoriodi Decimoputu? Essa è per ben due terzi in territorio di Vallermosa!
Probabilmente perché ci si arriva più spesso da Decimoputzu, ho corretto l'articolo ed ho scritto che il nuraghe si trova al confine tra i due paesi, se poi mi presenti una carta IGM della zona che faccia chiarezza sono disposto a modificare ulteriormente il pezzo. D'altronde questi nuraghi erano spesso in luoghi strategici, poi utilizzati come punti di riferimento per delineare i confini tra i territori dei paesi. Mi ricorda un po' la "guerra" tra Guamaggiore e Guasila per nuraghe Barru.