Cultura e società

Nuragicamente 2, conclusione del progetto

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Nuragicamente 2, considerazioni conclusive: si è concluso lo scorso weekend, sui sentieri dell’Ossidiana del monte Arci tanto cari ai nostri avi del neolitico, il progetto “Nuragicamente 2“, realizzato dalla Fondazione Nurnet e finanziato dalla Fondazione di Sardegna.

Considerata anche la prima edizione della manifestazione, si è trattato di un biennio fitto di iniziative svoltesi in diverse località della Sardegna e volte a richiamare l’attenzione della pubblica opinione sulla importanza della conoscenza e diffusione delle antiche civiltà presenti in Sardegna nel periodo neolitico e Nuragico.

LEGGI ANCHE –> Mappa interattivi dei siti nuragici in Sardegna, a cura di Nurnet.

E quindi il momento di fermarsi e fare il punto, per capire se gli obbiettivi del progetto siano stati effettivamente raggiunti. La risposta a questo quesito è senza dubbio positiva, ma cominciamo dal principio.

Sardegna, quasi un continente:

Il progetto prende infatti lo spunto da una pubblicazione dello studioso Marcello Serra che nel secolo scorso scrisse una delle più significative opere letterarie sulla Sardegna dal titolo: “Sardegna quasi un Continente” (ricorderete anche una campagna pubblicitaria dell’assessorato turistico della Regione Sardegna di qualche anno fa).

E allora ecco che riferendosi ai contenuti di questo libro si è cercato di contribuire a generare e consolidare nel popolo sardo una consapevolezza sulla importanza che la Sardegna e la sua storia hanno avuto nel corso dei secoli.

Conoscere la storia antica della Sardegna rivivendola in prima persona:

L’originalità del progetto è stata quella di scegliere delle forme di comunicazione diverse dalle consuete offerte culturali. Infatti, sono stati realizzati degli eventi e interviste presso siti e località di rilevanza storico archeologica dando la possibilità al pubblico, più che vedere passivamente delle testimonianze archeologiche, vivere dei momenti di vita delle antiche civiltà della Sardegna attraverso la ricostruzione di suoni, luci e riti interpretati da figuranti in costume nuragico o partecipare alla realizzazione di un bronzetto con fusione del bronzo a cera persa, nel pieno rispetto delle tecniche fusorie dei nuragici.

Il progetto si è articolato con una serie di attività ed eventi itineranti incentrati nel coinvolgere e appassionare un pubblico più vasto possibile, sardo e non, con l’obiettivo di diffondere con un linguaggio semplice e chiaro, la conoscenza e stimolare l’interesse sulle antiche civiltà neolitiche e nuragiche allo scopo di valorizzare i territori e le comunità di riferimento.

Le iniziative proposte grazie alla originale formula offerta sono riuscite a far avvicinare le persone alla storia e all’archeologia e più in generale alla cultura della Sardegna, in modo diretto e informale, utilizzando differenti canali comunicativi e sensoriali.

La cultura è in grado di produrre positivi cambiamenti nella società. Per far questo però, occorre crearne i presupposti e le condizioni, favorendo la conoscenza e il dialogo dal basso nell’ottica della sussidiarietà e della implementazione delle varie componenti della nostra variegata società.

Le testimonianze raccolte da Nuragicamente 2:

Nel corso del progetto sono state coinvolte alcuni personaggi legati a diverse località della Sardegna e non solo, fra questi:

  • Al villaggio nuragico di Seruci, dove Andrea Loddo ha realizzato una fusione a cera persa e una sfilata di costumi nuragici lo scrittore americano Jeff Biggers ha parlato del suo ultimo libro che sta scrivendo sulla storia della Sardegna evidenziando l’importanza che la nostra civiltà nuragica ha avuto nel Mediterraneo mentre l’operatore culturale, Oscar Sanna dell’Associazione culturale Villa Conesa di Gonnesa, ha parlato della rilevanza di questo importante sito archeologico della Sardegna;
  • a Tiana, dove lo studioso Gerolamo Exana ha presentato le sue realizzazioni di modelli di imbarcazioni nuragiche realizzate dallo studio e perfetta riproduzione dei particolari presenti delle barchette votive nuragiche;
  • al Parco di Monte Claro a Cagliari, dove nel corso delle “Giornate Nuragiche“, lo studioso archeo sperimentatore Andrea Loddo ha realizzato per le “Giornate Nuragiche” una fusione a cera persa di un modello di bronzetto e presentato una sfilata di costumi nuragici.
  • alla Fiera Internazionale della Sardegna di Cagliari, dove il responsabile del progetto “Nuragica“, Paolo Alberto Pinna, ha parlato della esposizione multimediale che ha riscosso notevole success e interesse fra i visitatori.
  • sul sentiero dell’Ossidiana di Pau, l’Archeologa Maria Cristina Ciccone, ha mostrato di quanto e come la conoscenza del patrimonio neolitico possa aiutare a comprendere la genesi della nostra civiltà.

Tutte le testimonianze raccolte hanno richiamato le necessità di conoscere e diffondere la conoscenza di questo periodo storico della Sardegna, poco conosciuto e poco valorizzato. A cominciare dal mondo della scuola, che deve inserire nella didattica dei programmi riferiti a queste civiltà e culture. Per finire con le Istituzioni, che devono investire di più nella ricerca e comunicazione riferita a questo periodo della nostra civiltà.

Infatti alla luce delle più recenti pubblicazioni appare evidente che la Sardegna sia stata penalizzata nella ricostruzione della nostra storia, rimanendo circoscritta ad una primitiva e isolata lettura agropastorale della nostra antica civiltà. Dagli studi più recenti emerge invece un’isola posta al centro di rotte e di traffici mediterranei, attraverso i quali i nostri saperi e prodotti venivano esportati verso altri territori e, persino, Continenti.

Questo cambiamento di paradigma è centrale per generare un’identità del popolo della Sardegna più completa, aggiornata e omnicomprensiva, che includa le caratteristiche storico-culturali che la nostra isola ha visto svilupparsi sin millenni or sono.

Con questo progetto si è cercato quindi di dare un’interpretazione più moderna di questi periodi storici, allo scopo non solo di dare pari dignità alla nostra cultura, ma anche di sviluppare nuove e differenti strategie per la valorizzazione dei nostri siti archeologici e culturali. Non è un caso infatti che l’UNESCO abbia ritenuto ammissibile la candidatura della Civiltà nuragica quale patrimonio dell’umanità. Questo progetto ha contribuito anche a raggiungere questo importante risultato.

L’impatto della pandemia sul progetto:

Il progetto originario, a causa delle situazione generata dalla pandemia, è stato rimodulato allo scopo di evitare assembramenti. Gli eventi organizzati hanno comunque rispettato la normativa vigente sul distanziamento e l’uso di mascherine e hanno permesso a decine di persone di poter assistere alle manifestazioni in contesti fortemente evocativi e suggestivi.

Per maggiori info e aggiornamenti:

Il materiale realizzato nel corso del progetto è visionabile sul sito Civiltà Sarda.

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This post was published on 20 Ottobre 2021 11:21

Pubblicato da
Daniele Puddu

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