Bocche di Bonifacio: Nelle scorse settimane sono stati diffusi i dati preliminari della campagna di monitoraggio invernale dei rifiuti galleggianti nella regione transfrontaliera delle Bocche di Bonifacio (tra Italia e Francia), promossa dall’ Accademia del Leviatano. Ebbene i risultati delle osservazioni sono decisamente positivi, dopo più di 1100 km percorsi infatti si è riscontrata una densità di 1 oggetto più grande di 25 centimetri per km quadrato, valori che sono circa la metà rispetto alle altre aree monitorate, come la l’ arcipelago toscano o la costa laziale.
Il problema dei rifiuti galleggianti è molto sentito in mare, pensate che nell’oceano Pacifico c’è una gigantesca isola galleggiante costituita interamente di spazzatura (più estesa di tutta la penisola iberica per capirci), mentre un’ intera spiaggia delle rinomate Hawaii è ormai costituita non più di sabbia, ma di piccoli e piccolissimi frammenti di plastica. Inoltre migliaia di uccelli, pesci, tartarughe e mammiferi marini muoiono ogni anno per aver ingerito plastica scambiata per cibo, oppure perché ormai è entrata nella catena alimentare (pensiamo ad un uccello marino che si nutre di un pesce che a sua volta ha ingerito della plastica), col rischio che possa essere ingerita infine anche dall’uomo.
Le ragioni sono da ricercarsi nel nostro poco senso civico e in una gestione dei rifiuti non all’altezza, per questo i dati emersi dalle osservazioni nelle Bocche di Bonifacio sono molto positivi, vuol dire che si sta agendo in maniera corretta, anche se si può sempre migliorare e purtroppo ci si aspetta un peggioramento durante il periodo turistico estivo.
Lo studio dell’Accademia del Leviatano – che proseguirà fino all’ estate – si rende possibile anche grazie collaborazione delle compagnie di navigazione come Grimaldi Lines e Corsica-Sardinia Ferries che ospitano gratuitamente i ricercatori sui propri traghetti, dai quali è possibile sia osservare ampi tratti di mare dall’alto, sia ripetere le osservazioni lungo le stesse rotte. Al monitoraggio partecipa anche la Goletta Verde di Legambiente in un network network coordinato da ISPRA e al quale partecipano anche la Fond. CIMA, l’Università di Pisa, l’AMP di Capocarbonara, l’ass. Ketos; enti francesi come EcOcean e GIS3M; enti tunisini come Ass. Atutax e l’ Università di Biserta.
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This post was published on 4 Marzo 2014 10:36
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