Cultura e società

Alle origini di Halloween in Sardegna, da is Animas a su Mortu Mortu

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Halloween in Sardegna, le origini: Il prossimo weekend sarà quello di Ognissanti, che comprende la notte di Halloween certo, ma anche le tante feste e usanze sarde che tanto hanno in comune con la tradizione celtica, perciò ho chiesto alla scrittrice e studiosa di tradizione sarde, Simonetta Delussu, di raccontarci le origini di questi antichissimi riti in Sardegna. Inoltre vi ricordo la grande festa de Su Prugadoriu a Seui (che finalmente torna nel 2022. UFFICIALE!) e vi invito a raccontarci  tra i commenti come viene vissuta questa tradizione nel vostro paese!

Malgrado festeggiare i morti fosse una festa pagana, il 2 novembre, anche per la Chiesa Cattolica si festeggia la commemorazione dei defunti, festa collegata al raccolto e momento nel quale, secondo la tradizione, il mondo dei vivi e quello dei morti entrano in contatto. L’usanza è molto antica e appartiene a tutte le popolazioni, le quali sostenevano che nella notte tra il trentuno ottobre e il primo novembre, i morti fossero liberi di vagare sulla Terra, che il sottile filo che divideva i due mondi si assottigliasse tanto da permettere agli spiriti di circolare liberamente sulla terra. La notte dei morti resta pertanto legata a innumerevoli tradizioni, in Sardegna i bambini girano per il paese  bussando alle porte e chiedendo “is animasa” con un sacco o una federa. Per l’occasione le famiglie preparano apposta dei dolci tipici di saba (Pabassinas) o pane nero, come lo chiamano alcuni tra i mannos, per offrirli ai bambini che bussano alle porte chiedendo: “Si onada a is animasa?”. Le donne fanno cadere nel sacco pane, noci, frutta o dolci, le persone che mangeranno quei doni faranno sì che questi giungano al morto, il quale mangerà tramite loro.

Da zona a zona cambia il nome della festività ma non la valenza che le si attribuisce:  Su bene  e  is animas, is animas, o su mortu mortu in Barbagia. In alcune zone della Sardegna vengono esposte delle zucche arancioni, per lo più in Barbagia dove le usanze restano per lo più fedeli a quelle che furono nei tempi andati, facendo tornare alla mente l’antico rito praticato sia in Sardegna che in Corsica: cioè quello prendere i crani dal cimitero per far piovere, il cranio in seguito venne sostituito da una zucca che ne richiama le fattezze. Ecco come si esprime un vecchio di Ghilarza sul rito di Maimone, il dio pagano della pioggia: “Il simulacro più antico, la zucca, veniva portato in giro 70-75 anni fa, senza il supporto di lettighe o di altri elementi”. Zucca che tutt’oggi viene utilizzata per la festa dei morti.

Tutto ci riporta al nuragico e viene da pensare che la Sardegna festeggiasse tale ricorrenza già da allora, per una festa antica assimilabile a tutti gli effetti  a quella che è stata Halloween per gli antichi druidi e che ancora oggi viene ampiamente riproposta, anche se in forma assai commercializzata e senza conoscerne il significato più profondo.

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Simonetta Delussu nasce a Tertenia, laureata a in lettere e filosofia a Roma, consegue il dottorato sugli usi e costumi sardi a Mainz, in Germania ed è ora insegnante di liceo. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni, tra le quali “Stregoneria in Sardegna” (compra il libro qui) e “Il delitto d’onore in Sardegna“, oltre a libri di poesia, gialli e romanzi. Ha ottenuto pure il riconoscimento della giuria al premio San Giorgio.

photo credit: La foto in testa all’articolo è stata estrapolata da una vecchia brochure del Museo Deleddiano di Nuoro.

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This post was published on 30 Ottobre 2014 09:09

Pubblicato da
Daniele Puddu

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