Sardegna protetta dal sistema di allerta anti Tsunami: si trova a Teulada, nel sud ovest della Sardegna, la prima stazione di allerta completamente operativa del “Siam”, ovvero il “Sistema di allertamento nazionale dei maremoti generati da sisma“.
Si tratta del sistema messo a punto dall’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale e dall’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) con il coordinamento della Protezione Civile. In altre parole, il suo scopo è quello di monitorare e analizzare in tempo reale i dati delle reti di monitoraggio, per ventiquattro ore al giorno e sette giorni la settimana, in modo da:
Per quanto infatti in Sardegna non si ricordino grandi terremoti, eccetto quello del ‘600, non vuol dire che la nostra terra sia asismica. I terremoti cioè possono verificarsi anche in Sardegna, anche se molto raramente e – con tutta probabilità – con magnitudo decisamente bassa.
Ciò non vuol dire che non possa verificarsi un terremoto in mare aperto, anche lontano dalla Sardegna, che possa provocare onde di maremoto capaci di arrivare fino alle nostre coste. Non per forza onde così devastanti come lo schiaffo di Poseidone che si favoleggia abbia colpito la Sardegna nuragica millenni or sono (si tratta di una teoria non ancora provata scientificamente).
Trovate qui maggiori info sui terremoti in Sardegna:
Esiste un’interessante story map ufficiale delle “allerte tsunami nel Mediterraneo”, con tante info fondamentali per ricostruire l’impatto dello tsunami sulla costa, i tempi delle variazioni del livello del mare rispetto al tempo origine del terremoto, le modalità di ritiro e ingressione del mare, come pure per osservare e studiare la reazione della popolazione al fenomeno. Strumenti necessari a studiare il passato per prepararsi per ogni futura evenienza. Lo tsunami è un evento poco frequente e poco familiare ma la conoscenza può salvarci la vita
Importanti maremoti infatti sconvolsero in passato le coste di Grecia e Turchia, oltre che l’italiana Messina e la Calabria (trovi qui più informazioni sui maremoti in Italia).
Bene, se quella di Teulada è la prima stazione pienamente operativa, dallo scorso maggio sono stati anche attivati i centri di rilevamento a livello nazionale di Porto Palo (Sicilia), Roccella Ionica (Calabria), Cetraro Lido (Calabria) e quelli sulle piccole isole di Marettimo (Sicilia) e Pantelleria (Sicilia).
Così spiegano Ispra e Ingv:
Le sei stazioni mareografiche di nuova generazione – rilevano i due enti di ricerca – , sono in grado di misurare le onde da maremoto fino ad un massimo di 10 gradi, a difesa delle aree costiere potenzialmente esposte a maremoti generati da terremoti nel mar Mediterraneo. Sono le prime installazioni per il potenziamento della rete di osservazione del livello del mare, con particolare attenzione alle aree costiere caratterizzate da sorgenti sismiche a elevato rischio tsunami, come Mar Egeo, Mar Ionio, Bacino Algero-Provenzale, Mar Tirreno e Canale di Sicilia”.
Insomma, è bene sapere che siamo ancora più protetti da fenomeni comunque rari, almeno in Sardegna.
Copyright: nella foto copertina la stazione anti maremoti di Teulada, fonte INGV.
This post was published on 22 Giugno 2021 19:59
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