Sardi nel mondo, una straordinaria risorsa per l’isola: si è svolto ieri, rigorosamente online, con collegamenti in streaming da tutto il mondo, il convegno “Sardi nel mondo 2020. Analisi dei dati AIRE” a cura del Crei ACLI e della Regione Sardegna, in collaborazione con Fondazione di Sardegna, Iares e Acli Sardegna. Un incontro che ha permesso di fare il punto dell’emigrazione sarda nel mondo, della sua storia e della sua dinamica, ma non solo.
Si è infatti discusso sulla possibilità che l’emigrazione sarda nel mondo possa essere valorizzata ai fini dello sviluppo dell’Isola, cercando anche di capire quali siano le possibilità e gli strumenti per permettere un ritorno nell’isola dei tanti emigrati, specie dei cervelli in fuga. Ma anche delle difficoltà che questi incontrano quando rientrano nella terra natia, per un gap culturale che si va via via approfondendo.
Un discorso che conosco bene essendo la mia compagna sardo-olandese, lavorando mio fratello nel Regno Unito e con uno zio emigrato in Australia prima che io nascessi. Senza contare i tanti amici d’infanzia ed ex-compagni di scuola partiti verso Germania, Olanda e Regno Unito.
I Sardi all’estero iscritti all’AIRE sono 123.212. Ma cosa vuol dire? E questi numeri quanto sono attendibili?
I dati sono quelli ufficiali dell’AIRE (l’ “Anagrafe Italiani residenti all’estero”), che contiene i dati dei cittadini italiani che risiedono all’estero per un periodo superiore ai dodici mesi. L’iscrizione all’A.I.R.E. è un diritto-dovere del cittadino (art. 6 legge 470/1988) e costituisce il presupposto per usufruire di una serie di servizi forniti dalle Rappresentanze consolari all’estero, nonché per l’esercizio di importanti diritti, quali per esempio la possibilità di votare per elezioni politiche e referendum, per l’elezione dei rappresentanti italiani al Parlamento Europeo nei seggi istituiti dalla rete diplomatico-consolare nei Paesi appartenenti all’U.E., la possibilità di ottenere il rilascio o rinnovo di documenti di identità e di viaggio, nonché certificazioni, la possibilità di rinnovare la patente di guida nei Paesi extra U.E..
I numeri reali dell’emigrazione sarda sono però diversi, non vengono infatti conteggiati i sardi di più recente immigrazione, basti pensare ai tanti emigrati che ancora mantengono la residenza nel proprio paese d’origine. I numeri reali dell’emigrazione sono quindi molto più alti, senza contare tutti i figli e nipoti dei sardi emigrati, nati e cresciuti all’estero, ma che mantengono comunque un forte legame con la terra natia di almeno uno dei genitori, anche qualora non avessero scelto la nazionalità italiana.
L’87% dei sardi all’estero si è spostato in Europa e solo il 9,2% è emigrato nelle Americhe, una differenza molto marcata rispetto all’emigrazione italiana che si divide quasi a metà tra le due sponde dell’Atlantico.
Mancano i dati dell’Australia, che non sono stati presentati se non in misura parziale.
Da notare come tra i 25 e i 64 anni, il numero di sardi all’estero rimanga percentualmente costante per fascia d’età, come dire che l’emigrazione non si è mai fermata, ma anzi è continuata negli anni senza flessioni di sorta. Anche per questo motivo la Sardegna si sta spopolando, per l’incapacità di dare risposte lavorative ai giovani. Emigrano sia i giovani poco istruiti, sia i così detti cervelli in fuga.
Impressionanti alcuni dati a Bidonì risulta emigrato all’estero il 72% degli abitanti, a Sindia il 61,6%, a Senis il 55,2&, a montresta il 54,8%, a Ballao il 52,8% e così via. Senza contare gli emigrati nel resto d’Italia.
Sono 7500 circa gli iscritti nei 110 circoli dei sardi nel mondo, spesso vere e proprie ambasciate informali della Sardegna all’estero, un punto di riferimento e promozione della cultura e delle tradizioni della nostra isola, e che potrebbero avere un ruolo ancora più importante se adeguatamente sostenuti.
Sulla possibilità che i sardi emigrati possano tornare i più si dicono pessimisti, per la semplice ragione che le motivazioni di fondo che li hanno spinti a partire sono ancora tutte ben radicate nel tessuto socio-economico sardo: difficoltà di trovare lavoro, difficoltà di fare impresa, scuole e università non sempre all’altezza, burocrazia e fisco opprimenti (come ben sanno i sardi emigrati all’estero che devono pagare l’IMU sulla casa in Italia). Vi invito a guardare la registrazione del convegno, disponibile su Facebook.
Insomma, chi torna lo fa da pensionato, sempre che la propria vita ormai radicata all’estero, con figli e nipoti, non ponga un ulteriore freno motivazionale, malgrado la nostalgia.
This post was published on 28 Aprile 2021 11:47
Soldi extra con WhatsApp, perché se chatti tutti i giorni ti caricano i soldi direttamente…
Pensi che guidare contromano sia una follia? Da adesso la legge potrebbe permetterti quest'assurdo comportamento.…
Una buona notizia per milioni di cittadini: d'ora in poi viaggiare su autobus, tram e…
Una buona notizia per chi non trova lavoro: il Governo italiano ha varato un bonus…
Una delle ricette più amate in Sardegna e maggiormente diffuse in estate: questo piatto è…
Non tutti i cittadini versano la stessa percentuale di tasse rispetto ai guadagni. In alcune…