La Sardegna è in zona bianca, convinto anche il ministro Speranza: grazie ai dati epidemiologici positivi e soprattutto all’imegno dei sardi nel rispetto delle regole, la Sardegna entra in zona bianca, è la prima regione d ‘Italia.
A convincere il ministro il fatto che da 3 settimane la Sardegna faccia registrare meno di 50 casi ogni 100mila abitanti (29 nell’ultimo monitoraggio), che l’indice Rt sia il più basso d’Italia con 0,68 contro una media nazionale di 0,99 , la bassa pressione sulla rete ospedaliera con l’11% dei letti in terapia intensiva occupati contro una media nazionale del 24% e una soglia di allarme del 30% e un rischio ritenuto basso.
Anche in questo senso vanno intese le zone rosse subito applicate nei comuni di Bono, La Maddalena e San Teodoro per circoscrivere immediatamente i primi focolai di variante inglese del Covid-19.
Nelle zone bianche è consentita la libertà di spostamento ed è prevista la riapertura di bar e ristoranti anche alla sera, in seguito potranno aprire anche piscine, palestre, luoghi di cultura e cinema e teatri. La riapertura sarà infatti graduale.
AGGIORNAMENTO – UFFICIALE: Ordinanza riaperture attività nella Sardegna Zona bianca!
Si deve però continuare a indossare le mascherine e praticare il distanziamento sociale, sia nei luoghi pubblici al chiuso sia all’aperto.
This post was published on 27 Febbraio 2021 14:11
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La "zona bianca" rischia paradossalmente di rappresentare una situazione dei pericolo per i più fragili, i vecchi e gli anziani.
La scorsa estate insegna: l'apertura improvvida di locali, spiagge, discoteche (con il benestare degli amministratori regionali) ha determinato un'impennata di contagi e di ricoveri in terapia intensiva.
La sensazione -falsa- di essere in una terra "covid-free" potrebbe incoraggiare gli assembramenti, i comportamenti irresponsabili.
Il virus non è scomparso, il pericolo è ancora più insidioso in zona bianca, piuttosto che in presenza di maggiori restrizioni.
Vergognosa la situazione delle vaccinazioni degli over 80 in Sardegna: la Fondazione Gimbe denuncia il gravissimo ritardo, che pone la Sardegna all'ULTIMO POSTO rispetto alla media nazionale: solo lo 0, 01% ha avuto accesso ai vaccini.
Dov'è il piano vaccinale? Le prenotazioni, dopo l'annuncio (trionfalistico quanto falso) che avrebbero avuto inizio il 17 febbraio, sono impossibili.
Da allora, un pugno di anziani in una zona circoscritta, il Medio Campidano, sembrerebbe aver beneficiato della prima dose.
Altrove il nulla!
Migliaia di anziani, centenari, novantenni, ottantenni abbandonati, chiusi in casa per paura del contagio.
Ignote le motivazioni di questo arresto, assenza totale di comunicazioni da parte dei responsabili regionali.
Dove sono finite le dosi spettanti ai nostri vecchi?
Vergogna, vergogna, vergogna!!