Deposito scorie nucleari, ecco i 14 paesi idonei ad ospitarlo in Sardegna!

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Deposito scorie nucleari nazionale, ecco i 14 paesi idonei ad ospitarlo in Sardegna: dove stoccare i rifiuti nucleari italiani? Se ne parla da tempo, il problema principale è che nessuna regione e nessuna popolazione li vuole ospitare, men che meno la Sardegna dove, con il referendum consultivo regionale del 2011, il 97% dei sardi si dichiarò contrario.

Cnapi, c’è anche la Sardegna:

Fatto sta che dopo anni di inerzia e polemiche è uscita finalmente la così detta Cnapi (o “Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee“), la mappa dei luoghi potenzialmente idonei ad ospitare i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività. Sette le regioni interessatePiemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia – per un totale di 67 aree idonee per lo stoccaggio dei rifiuti nucleari, di queste ben 14 si trovano nella nostra isola.

La mappa è stata redatta dagli esperti della Sogin (la società statale incaricata dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi) e validata dal ministero dello Sviluppo e del ministero dell’Ambiente.

I rifiuti ospitati nel futuro deposito, come detto, sono a bassa e media radioattività provenienti dal mondo civile (ex centrali nucleari italiane), in larga parte da quello medico e ospedaliero.

Sardegna, ecco i paesi che potrebbero ospitare le scorie nucleari:

Mappa delle aree idonee a ospitare le scorie nucleari in Sardegna

Ecco i paesi della Sardegna che potrebbero ospitare il deposito di stoccaggio delle scorie nucleari, si trovano tutti tra oristanese e sud dell’isola, in larga parte tra Marmilla e Trexenta (trovate qui la mappa interattiva e qui la mappa in PDF dei luoghi idonei ad ospitare il deposito delle scorie nucleari):

Mappa delle aree idonee a ospitare le scorie nucleari in Trexenta
Qui sopra la mappa delle aree idonee ad ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari in Trexenta.
  • Albagiara,
  • Assolo,
  • Genuri,
  • Gergei,
  • Guasila,
  • Las Plassas,
  • Mandas,
  • Mogorella,
  • Nuragus,
  • Nurri,
  • Ortacesus,
  • Pauli Arbarei,
  • Segariu,
  • Setzu,
  • Siapiccia,
  • Siurgus Donigala,
  • Tuili,
  • Turri,
  • Usellus,
  • Ussaramanna,
  • Villa Sant’Antonio,
  • Villamar.

CNAPI, con quali criteri sono stati scelti i luoghi idonei?

https://www.youtube.com/watch?v=4oTeqoLtJBU&feature=emb_logo

Tra i punti a sfavore della Sardegna ricordo il parere negativo della Commissione tecnica Via/Vas, con particolare riferimento alle difficoltà logistiche nel trasportare in sicurezza le scorie nella nostra isola, senza porti attrezzati e con una rete viaria e ferroviaria decisamente arretrati.

Tesi confermata dai Medici per l’Ambiente (Isde) della Sardegna:

In nessun Paese al mondo esistono o sono in fase di realizzazione depositi definitivi di materiale radioattivo ubicati su isole. Il trasporto in un’isola richiede, rispetto a quello in un sito della penisola, un trasporto aggiuntivo in nave con necessità di scarico e di carico nel porto di partenza e in quello di arrivo di manufatti di svariate tonnellate con aumento del rischio di incidenti durante tali fasi.

E adesso cosa succede?

Mi aspetto la rivolta dei territori interessati, malgrado investimenti ingenti e una marea di posti di lavoro: oltre 4 mila per 4 anni di lavori, che diventeranno 700 a regime, per almeno 300 anni anni, il tempo di decadimento.

Notevole anche l’utilizzo del suolo, il “deposito nazionale” e il “parco tecnologico” sorgeranno infatti in un’area di circa 150 ettari: 110 dedicati al deposito e 40 al parco.

La vera battaglia comincia ora, per ciascuna delle aree potenzialmente idonee oggi individuate nella Carta è infatti disponibile una relazione sulle caratteristiche geologiche, naturalistiche e antropiche a scala regionale. Adesso però saranno determinanti le osservazioni che arriveranno dai territori (ad esempio enti locali, associazioni di categoria, sindacati, università ed enti di ricerca), in base alle quali la Sogin aggiornerà la Cnapi, che verrà nuovamente sottoposta ai pareri del ministero dello Sviluppo economico, dell’ente di controllo Isin (“Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione“), del ministero dell’Ambiente, della Tutela del territorio e del mare e del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

AGGIORNAMENTO (9 gennaio 2020): così il sottosegretario all’Ambiente Roberto Morassut oggi sulla stampa nazionale:

A nessuna comunità verrà imposto assolutamente nulla. Le 67 aree individuate sono solo potenziali e andranno sottoposte a un periodo di consultazione popolare, periodo in cui non escludiamo auto-candidature. I termini delle consultazioni sono ordinatori e non perentori, quindi se dovesse servire più tempo per ascoltare tutti valuteremo di prolungarli