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Dpcm del 18 ottobre 2020, ecco cosa cambia (spiegato bene)

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Dpcm del 18 ottobre 2020, ecco cosa cambia: della ridda di voci che avevamo sentito nei giorni scorsi è rimasto in realtà ben poco, il DPCM presentato ieri in conferenza stampa dal Premier Conte è infatti abbastanza conservativo, nel senso che le modifiche sostanziali non sono tante.

Hanno vinto le Regioni si dice, che chiedevano maggior potere di intervento in base alla situazione epidemiologica del territorio, ha vinto il il Presidente del Consiglio Conte, spaventato che il paventato coprifuoco potesse dare la mazzata finale al settore della ristorazione. Insomma, si è cercato di trovare un compromesso che non danneggiasse eccessivamente la già vacillante economia.

Vediamo cosa cambia nel concreto DPCM alla mano, abbiamo escluso i rimandi ad articoli e leggi per facilitare la lettura.

Vietate sagre, fiere e convegni:

Questi gli articoli dedicati:

4) Sono vietate le sagre e le fiere di comunità. Restano consentite le manifestazioni fieristiche di carattere nazionale e internazionale, previa adozione di Protocolli validati dal Comitato tecnico-scientifico

5) sono sospese tutte le attività convegnistiche o congressuali

Rimangono aperti teatri e cinema, mentre le sale giochi dovranno chiudere alle ore 21,00.

Scuola, no alla didattica a distanza, sì agli ingressi scaglionati:

Il problema non è tanto la scuola in se, il problema è l’affollamento sui mezzi pubblici, perciò le lezioni rimangono in presenza, almeno per il primo ciclo di istruzione, cioè a scuola e non a distanza (cioè da casa), ma si chiede alle scuole di secondo grado di organizzarsi con orari di ingresso scaglionati, per evitare assembramenti bur, metro e treni negli orari di punta:

6) fermo restando che l’attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione e per i servizi educativi per l’infanzia continua a svolgersi in presenza, per contrastare la diffusione del contagio, previa comunicazione al Ministero dell’istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio riferite agli specifici contesti territoriali, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica ai sensi degli articoli 4 e 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999 n. 275, incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata, che rimane complementare alla didattica in presenza, modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9.00.

Bar e ristoranti chiudono alle 24,00 (e possono riaprire alle 05,00):

Colmando una precedente lacuna, il nuovo DPCM chiarisce quali siano gli orari di apertura e chiusura dei servizi di ristorazione, che possono aprire alle 5 del mattino, ma devono chiudere tassativamente alla mezzanotte con consumo al tavolo, con massimo 6 persone allo stesso tavolo. Senza consumo al tavolo la somministrazione cessa alle ore 18,00.

8) le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite dalle ore 5,00 sino alle ore 24,00 con consumo al tavolo, e con un massimo di sei persone per tavolo, e sino alle ore 18.00 in assenza di consumo al tavolo; resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché, fino alle ore 24,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze

Regioni e Comuni possono decidere interventi più drastici nel caso dovessero localmente crescere i contagi. Di qui le lamentele dei Sindaci che sentono scaricare sulle proprie spalle il peso di decisioni importanti e difficili, quanto impopolari.

8) le attività di cui al primo periodo restano consentite a condizione che le Regioni e le Province autonome abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento delle suddette attività con l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e che individuino i protocolli o le linee guida applicabili idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in settori analoghi;

Rimane il divieto per le persone di sostare davanti ai locali pubblici.

Coprifuoco:

Sempre ai Sindaci spetta la decisione su eventuali “coprifuoco“:

I Sindaci dispongono la chiusura al pubblico, dopo le ore 21, di vie o piazze nei centri urbani dove si possono creare situazioni di assembramento, fatta salva la possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private.

A tal proposito è arrivata nella tarda mattinata di oggi la precisazione del sottosegretario all’Interno con delega agli Enti Locali, Achille Variati:

Col nuovo Dpcm lo Stato non abbandona i Comuni né li investe di responsabilità improprie: i primi cittadini, che sono autorità sanitarie locali, saranno ovviamente supportati in tutto dai Prefetti, negli appositi Comitati provinciali di ordine pubblico. Ed è proprio con i Prefetti e nei Comitati Provinciali che si potranno valutare casi particolarmente delicati in cui risultasse necessario, opportuno e possibile chiudere al pubblico strade o piazze.

Sport di contatto, palestre e piscine:

Qui bisogna fare una summa tra le considerazioni espresse in conferenza stampa dal Presidente del Consiglio e quanto prevede il DPCM.

In particolare vengono limitati gli sport da contatto che potranno essere svolti solo a livello individuale, con allenamenti distanziati. L’attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e le attività di avviamento allo sport sono pure consentite soltanto in forma individuale e non sono consentite gare e competizioni. Insomma, sono sospese gare e attività connesse agli sport di contatto aventi carattere ludico-amatoriale.

Piscine e palestre rimangono a aperte, ma hanno solo 7 giorni per adeguarsi a norme e protocolli di sicurezza, altrimenti ci sarà una chiusura generalizzata. Sul perché di questo “accanimento” su piscine e palestre, la risposta viene dallo stesso Conte:

Spesso i protocolli di sicurezza vengono rispettati, ma ci giungono anche notizie di alcuni che non li rispettano. Daremo una settimana di tempo per adeguarsi e verificheremo il rispetto delle linee guida. Se questo avverrà, non ci sarà alcuna ragione di chiudere palestre e piscine, altrimenti tra una settimana saremo costretti a farlo.

Per gli amanti della corsa, sarà ancora possibile continuare a svolgere attività sportiva o motoria all’aperto, rispettando la distanza di almeno due metri.

Le nuove regole valgono fino al 13 novembre 2020.

Le multe vanno da 400 a 1.000 euro per chi non rispetta i divieti.

This post was published on 19 Ottobre 2020 09:27

Pubblicato da
Daniele Puddu
Tags: Coronavirus

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