AGGIORNATO dopo il discorso del premier Conte alla camera di giovedì mattina, durante il quale ha definito improvvide le richieste delle 11 regioni “ribelli” amministrate dal Centrodestra, che nella serata di ieri avevano lanciato un appello ad una maggiore flessibilità su base regionale al Governo nazionale e al Capo dello Stato Mattarella. Ecco cosa prevede l’ordinanza ufficiale della Regione Sardegna!
La Sardegna riparte prima delle altre regioni, c’è il primo via libera del governo, subito dopo il dietrofront: proprio così, prima ottime notizie per i sardi, con la pandemia nella nostra isola sempre più sotto controllo, i nuovi casi sempre più sporadici e le morti sempre più rare, tanto che il governatore Solinas avrebbe ormai convinto il governo nazionale ad una più rapida apertura nella nostra isola rispetto al resto d’Italia.
Governo nazionale che avrebbe già dato un primo via libera, come riferisce “La Nuova Sardegna“, anche se poi, a seguito del successivo e importante incontro di oggi in videoconferenza tra il Ministro Francesco Boccia e i Governatori delle regioni, Sardegna inclusa, le cose sono cambiate.
L’ottimismo lo spegne ben presto il Ministro Boccia (Ministro per gli Affari regionali e Autonomie) durante l’incontro con i governatori, spiegando come dal 4 al 17 maggio 2020 le misure saranno uguali per tutti, poi in base al monitoraggio delle prossime settimane ci potranno essere dal 18 maggio scelte differenziate di regione in regione. Varrà il principio “meno contagi uguale più aperture e viceversa“.
E non solo:
Le ordinanza regionali siano coerenti con il Dpcm. Se ci sono ordinanze non coerenti invio una diffida, una lettera con la scheda indicando le parti incoerenti e la richiesta di rimuoverle. E se questo non avviene sarò costretto a ricorrere all’impugnativa al Tar o alla Consulta.
Di sicuro non ci potrà essere una fuga in avanti delle regioni senza il beneplacito del governo nazionale, le trattative proseguono.
In serata arriva la lettera al Governo di 11 Governatori regionali del Centrodestra, così spiega Solinas:
Nelle richieste avanzate è possibile ritrovare i punti fondamentali per la ripartenza già illustrati nei giorni scorsi, che hanno trovato ampia condivisione tra tutti i colleghi, nel segno del rispetto delle Autonomie e delle peculiarità territoriali, e dell’esigenza di diversificare le misure in atto. Anche in Sardegna, alla luce dei dati, è possibile avviare finalmente una ripresa ordinata, prudente ma più rapida, del nostro sistema economico e produttivo, e consentire un graduale ritorno a quella nuova normalità della vita sociale tanto attesa da tutti.
Giovedì mattina, parlando alla camera, il premier Conte ha definito improvvide le richieste dei governatori di centrodestra, spiegano che un approccio incauto porterebbe alla recrudescenza del contagio. Nella serata di ieri la fuga in avanti della Regione Calabria, che ha deciso di aprire più velocemente, andando oltre le decisioni del governo nazionale.
Insomma vi terremo aggiornati come sempre, di seguito le richieste della nostra isola.
L’ordinanza regionale arriverà entro sabato, ma non ci sarà il tanto temuto (dai virologi) “liberi tutti“, che potrebbe far ripartire i contagi. Nel caso di nuovi focolai inoltre, la maggiore libertà accordata alla nostra regione verrebbe immediatamente meno. Vediamo allora le ipotesi su cui la Regione Sardegna cerca di convincere il governo nazionale:
Si parla della possibilità di muoversi senza certificazione all’interno della propria provincia già dal 4 maggio 2020, cioé da lunedì prossimo.
Se tutto dovesse andare bene si aprirebbe ai movimenti all’interno della Sardegna senza certificazione!
L’11 maggio 2020 invece dovrebbero riaprire anche centri estetici, barbieri e parrucchieri, ben tre settimane prima del resto d’Italia.
Il 18 maggio 2020 sarà invece la volta di bar e ristoranti, con due settimane d’anticipo circa sul resto d’Italia. La riapertura però, per i servizi più a rischio, sarò condizionata alla capacità di garantire il massimo livello di sicurezza. della sicurezza per dipendenti e clienti.
Insomma, la Sardegna si appresta a fare da laboratorio per la ripartenza, grazie anche alla chiusura delle frontiere, qualcuno dirà da cavia, ma le nostre piccole e medie imprese, specie i servizi hanno bisogno di ripartire prima di morire del tutto.
C’è tanta speranza oggi in Sardegna, ma spetta a noi sardi meritarci la fiducia che ci viene concessa, è il momento della massima responsabilità, perché se collaboreremo tutti, senza farci prendere da eccessi di entusiasmo e mantenendo alta la prudenza, allora la nostra isola potrebbe davvero ripartire. Anche in vista dell’estate e della ormai imminente stagione turistica.
This post was published on 29 Aprile 2020 13:03
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