Kiluanji Kia Henda in mostra al MAN di Nuoro: parte venerdì prossimo al MAN di Nuoro, la mostra “Something Happened on the Way to Heaven” dedicata a Kiluanji Kia Henda, uno dei più significativi artisti e attivisti di origine africana nello scenario dell’arte contemporanea. D’altronde ha partecipato per l’Angola alla Biennale di Venezia nel 2007 e alla Biennale di Architettura nel 2014, sempre nella città lagunare.
Sarà la prima grande mostra personale dedicata da un museo europeo dedicata a questo artista nativo di Luanda, in Angola, nel 1979. La sua opera rientra nel così detto “Artivismo” (arte + attivismo), una riflessione estetica che prende le mosse dalla storia del proprio paese, con particolare riferimento alla relazione tra colonialismo e post-colonialismo (l’Angola è stata devastata da una lunghissima guerra civile, ma adesso il paese africano sta rinascendo grazie ai gradi giacimenti di petrolio).
La mostra, curata da Luigi Fassi, direttore del MAN, che verrà presentata alla stampa nella serata di giovedì, presenta una serie di opere scultoree e installative realizzate ex-novo da Kiluanji Kia Henda durante il soggiorno in Sardegna, accanto a lavori fotografici precedentemente prodotti. Nelle opere di nuova produzione le bellezze paesaggistiche della terra sarda si fondono con le tracce architettoniche della Guerra Fredda e delle basi militari ancora presenti sull’isola.
Così spiegano nel dettaglio dal MAN:
Il progetto Something Happened on the Way to Heaven si modula come un’osservazione a due vie sull’universo mediterraneo della Sardegna: un apparente idillio paradisiaco che come un velo di maya manifesta la presenza del suo contrario. La dialettica contraddittoria dell’isola appare qui, infatti, come una sintesi di uno splendore naturale dotato di caratteristiche idealizzate e di un controcanto oscuro (e mediaticamente rimosso) di minacce antiche e attuali.
Il primo elemento dialettico è per l’appunto il bello; rappresentato dalla natura mediterranea e dall’idealizzazione del mare e delle coste, una bellezza che è diventata una merce di massa nell’epoca del turismo contemporaneo. Il secondo elemento è invece il brutalismo architettonico, ciò che può essere etichettato come “il rimosso estetico”, costituito dalle tracce sul territorio della stagione della Guerra Fredda che hanno sporcato il locus amoenus con basi militari e rovine industriali nel segno, a oggi ancora indelebile, di un supposto progresso dopo il secondo dopoguerra.
A questo “rimosso estetico” si aggiunge l’immagine perturbante del Mediterraneo del presente, non più ponte di prossimità sincretica tra mondi, lingue e culture, ma miraggio di speranza di una nuova vita tradottasi in morte per migliaia di persone che tentano di attraversarlo per raggiungerla.
E di conseguenza:
Il territorio della Sardegna è così interpretato nel suo dissonante contrasto tra la meraviglia del paesaggio marittimo e il dramma del Mediterraneo odierno, come luogo di conflitto e sbarramento, confine di un’Europa che chiude sé stessa dietro una cortina di sempre più rigide barriere, giuridiche e fisiche. Il tema della migrazione e dello spostamento è evocato attraverso immaginari zoomorfi come quello dei fenicotteri, che vivono una mobilità nomadica come parte integrante della loro vita, senza rigide determinazioni stagionali, simboleggiando la migrazione come fenomeno libero, imprevedibile e universale; e di cui purtroppo facciamo ancora fatica a riconoscere il portato anche, se non soprattutto, umano.
Grazie alla collaborazione con la Fondazione Sardegna Film Commission infatti, l’artista è ospite in Sardegna con la modalità di invito-residenza. Continua insomma la ricerca sulla scena artistica africana contemporanea del MAN, che fu avviata lo scorso anno con l’artista franco-ivoriano François-Xavier Gbré.
L’ampio respiro internazionale della mostra viene confermato anche dal fatto che il progetto espositivo sarà presentato ad ottobre 2020 all’interno degli spazi espositivi della Galerias Municipais di Lisbona (l’Angola fu una colonia portoghese).
Il museo si trova in via Sebastiano Satta 27, a Nuoro:
This post was published on 27 Gennaio 2020 12:34
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