Sito archeologico subacqueo di Cala Reale all’Asinara: Immaginate di nuotare sulla superficie dell’acqua con maschera a boccaglio, di infilare la testa sotto e all’improvviso di trovarvi circondati da oltre 40 mila frammenti e anfore, come da foto sopra. Tutto ciò è possibile da ormai sei anni a Cala Reale presso l’isola dell’Asinara, nel nord ovest della Sardegna. Da quando cioè è visitabile una delle meraviglie più eccitanti del Parco Nazionale dell’Asinara, si tratta di un’incredibile tesoro sommerso, di un giacimento archeologico unico nel Mediterraneo: i resti del relitto e del carico di un’antica nave romana proveniente dall’odierno Portogallo e naufragata proprio all’ ingresso di Cala Reale in età tardo imperiale (oltre 1600 anni fa).
Si tratta del relitto di una nave romana proveniente dalla penisola iberica affondata più di 1600 anni fa presso Cala Reale, in uno degli angoli più suggestivi dell’ isola parco dell’ Asinara. L’eccezionalità di questo relitto è che il suo carico, una marea di anfore che contenevano pesce sotto sale e salsa di pesce (il famoso “garum” del quale andavano ghiottissimi i romani), è rimasto lì fino ad oggi e in ottime condizioni. Pensate ne rimangono oltre 39mila frammenti, un sito unico nel suo genere in tutto il Mediterraneo!
Il sito archeologico subacqueo è oggetto di attenzioni da parte della Soprintendenza ai Beni Archeologici di Sassari e Nuoro da più di dieci anni e nel 2009 è stato sottoposto a uno scavo integrale per facilitarne lo studio, la valorizzazione e la fruizione. Nel corso di questo studio i reperti sono stati spostati di circa 300 metri dalla loro posizione originaria, al fine di preservarlo al meglio.
L’apertura di un sito come questo al pubblico non è cosa facile, sia per l’impegno finanziario, sia per le necessarie operazioni si pulizia e tutela del sito, che per la rete di controlli necessaria. Un impegno che così veniva descritto un paio di anni fa:
Per capire l’impegno necessario per aprire un sito unico come questo, un vero e proprio sentiero naturalistico archeologico subacqueo, si pensi che è stato necessario l’impegno dell’amministrazione comunale che ha sostenuto la parte finanziaria del progetto relativa alla riapertura del sito e al riconoscimento di un contributo al Cala d’Oliva Diving Center; quello del Nucleo Sommozzatori della Guardia Costiera, a supporto del Servizio Archeologia Subacquea della Soprintendenza, coordinato dalla dottoressa Gabriella Gasperetti, che ha diretto le operazioni di pulizia, allargamento e rimozione della rete di protezione del sito; quello della Capitaneria di Porto, che ha provveduto ad emanare una ordinanza per disciplinare l’accesso al sito, programmando interventi di pattugliamento e sorveglianza durante l’intero periodo di apertura e fornendo, inoltre, un supporto di carattere logistico; quello dell’Ente Parco, che ha predisposto la definizione del perimetro e la messa in sicurezza dell’area; ma un importante contributo è venuto anche dalla Cormorano Marina, che gestisce il campo boe adiacente al sito. Come a dire che quando si lavora tutti assieme su un obiettivo tutto diventa possibile.
Il sito è stato riaperto per il sesto anno consecutivo al pubblico, grazie ad un accordo raggiunto tra la Soprintendenza archeologia per le province di Sassari e Nuoro e l’operatore privato, il Cala d’Oliva Diving Center (l’unico presente all’ Asinara). I compiti di sorveglianza e di accompagnamento alla fruizione vengono svolti proprio dal Cala D’Oliva Diving Center, che si occupa delle visite guidate in snorkeling (la profondità del fondale di sette metri unita all’incredibile trasparenza e pulizia delle acque rende infatti possibile una comoda e ottimale visione del sito anche dalla superficie) e in apnea.
ATTENZIONE: Ricordo che è vietato visitare il sito sommerso senza accompagnatori ed è vietata la libera balneazione all’ interno del perimetro del sito archeologico sommerso.
L’isola dell’ Asinara si trova a due passi dall’odierna Porto Torres, nel cui territorio comunale ancor oggi ricade. In epoca romana però Porto Torres era una fiorente città, una delle due sole Colonie Iulie in tutta la Sardegna, prendeva in nome di Turris Lybissonis. Le rovine dell’antica città romana di Porto Torres sono oggi visitabili, ma è accertato uno stanziamento romano anche sull’isola dell’Asinara, dove sul terreno s trovano ancora oggi facilmente cocci d’epoca, sia coppi che stoviglie ed anfore. I romani diedero all’isola il nome di Sinuaria, per via delle sue tante insenature.
Il Cala D’Oliva Diving Center, può essere contatta per maggiori informazioni sia per telefono ai numeri +39 079.409469 e +39 342.7175153, oppure tramite il loro profilo Facebook (dal quale sono state prese le immagini che vede, scattate durante il giorno dell’inaugurazione).
I traghetti per l’Isola dell’Asinara partono ogni giorno da Porto Torres e approdano proprio a Cala Reale. Ecco dove si trova Cala Reale:
E voi? Avete già visitato il relitto di Cala Reale, l’Asinara, il territorio Porto Torres o pensate di farlo a breve?
Segui questo blog su Facebook, Twitter e Google+!
This post was published on 29 Luglio 2014 11:35
Una delle ricette più amate in Sardegna e maggiormente diffuse in estate: questo piatto è…
Non tutti i cittadini versano la stessa percentuale di tasse rispetto ai guadagni. In alcune…
I pedoni non hanno sempre ragione: il Codice della Strada chiarisce quale sia il comportamento…
Il mercato dell'elettrico non riesce ancora a decollare. Anzi, la produzione di automobili a batteria…
Esiste davvero un tasto magico che premendolo può consentirci di prelevare denaro a getto continuo?…
Una parola di troppo ad un posto di blocco può costare una multa e anche…