Salamandre di Iglesias, sono loro le tracce dei più antichi vertebrati terrestri italiani: diciamo subito che il titolo vuole spiegato, dovete infatti sapere che in località San Giorgio, pochi chilometri a sud di Iglesias, nel Carbonifero superiore, circa 300 milioni di anni fa, si estendeva un florido bacino lacustre, dalla vegetazione lussureggiante e con una spicata biodiversità animale.
Bene, degli anfibi microsauri, simili alle attuali salamandre, lasciarono proprio lì delle impronte fossili che ad oggi risultano essere le tracce dei più antichi vertebrati terrestri italiani!
A rilanciare la notizia è stata l’edizione italiana del National Geographic che ha ripreso uno studio pubblicato nel luglio 2017 sulla rivista americana di paleoichnologia “Ichnos” dai ricercatori del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università di Cagliari Daniel Zoboli e Gian Luigi Pillola, in collaborazione con Lorenzo Marchetti, del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, e di Fabio Massimo Petti, del Museo delle Scienze di Trento.
La zona dove sono state trovate le tracce fossili fu oggetto di indagine dal professor Francesco Leone dell’Università di Cagliari già dalla fine degli anni 70, dove scoprì le prime tracce di tetrapodi in Sardegna, da allora nuovi studi e ricerche si sono susseguiti. In particolare la scoperta riproposta oggi è frutta di una ricerca del 2004 durante la quale furono raccolti numerosi reperti, conservati presso il Museo Sardo di Geologia e Paleontologia Domenico Lovisato dell’Università di Cagliari e studiati approfonditamente solo di recente.
In località San Giorgio, spiegano gli studiosi al famoso magazine scientifico, sono state ritrovate anche impronte lasciate da altri animali quali artropodi miriapodi, vermi e larve o organismi vermiformi. Trovata anche un’ala di blatta e un frammento di carapace di “Arthropleura” (un bel millepiedi gigante di quasi 3 metri di lunghezza). Questi ultimi fossili sono conservarti presso Museo dei Paleoambienti Sulcitani Edouard-Alfred Martel di Carbonia.
La foto copertina è una parte ingrandita dell’illustrazione di D. Zoboli, dal sito del National Geographic, al quale vi rimandiamo per approfondire il discorso.
This post was published on 29 Gennaio 2019 17:56
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