Dune sulla spiaggia di Piscinas, in Sardegna
Foto e video a pagamento a Piscinas e nel territorio di Arbus: con una decisione che sta già facendo discutere il Comune di Arbus ha deciso di far pagare da dicembre per ogni set fotografico e video (droni inclusi) a fini commerciali sul proprio territorio, non solo le spiagge di Scivu, Piscinas, Capo Pecora e nella Costa Verde in generale, inclusi gli ex borghi minerari di Ingurtosu e Montevecchio (quest’ultimo però ricade in buona parte in territorio di Guspini).
In buona sostanza chi da dicembre vorrà utilizzare per fini commerciali le immagini della Costa Verde dovrà pagare da 300 a 1500 euro. Come funziona? Innanzi tutto si dovrà chiedere il via libera preventivo al Comune, con un’apposita istanza di autorizzazione da presentarsi un mese prima dell’inizio delle riprese, quindi si dovrà pagare le tariffe richieste che vanno da 300 euro per sei ore fino a 1500 per tutto il giorno, somma alla quale dovrà essere aggiunta la tassa per l’occupazione del suolo pubblico (Tosap) per il set, i mezzi tecnici e le auto. Stesso discorso anche per le riprese coi droni.
Così prevede infatti spiega l’ordinanza:
Chiunque a fini commerciali e pubblicitari intende effettuare riprese, scatti, video, film e ogni altro tipo di riproduzione al territorio di Arbus deve presentare istanza di autorizzazione al Comune almeno 30 giorni prima dell’inizio dell’attività. Il via libera sarà rilasciato dal responsabile del servizio di competenza, previo pagamento di una tariffa giornaliera che oscilla da un minimo di 300 euro per 6 ore a 1.500 per l’intero giorno, oltre alla tassa per l’occupazione del suolo pubblico
Non si dovrà pagare per i servizi per i matrimoni e le foto amatoriali con gli smartphone o quelle legate ad attività sociali e giornalistiche (ma servirà comunque un’autorizzazione dell’amministrazione).
Per ogni violazione sono previste sanzioni dai 500 ai 4.000 euro.
Decidete voi, lo scopo dovrebbe essere quello di valorizzare le caratteristiche del territorio in modo congruo e consono. Certo i dubbi rimangono. Dipende molto da come verrà applicata, se infatti nel far pagare per le produzioni professionali non c’è nulla di male, una stretta eccessiva alla libertà di scattare foto e fare filmati rischia di essere controproducente dal punto di vista della promozione online. Per promuovere il territorio infatti non c’è nulla di meglio di vederne le immagini condivise sui social, accompagnate dal racconto e dalle emozioni di chi lo ha vissuto, porre dei limiti o un freno a questa modalità di condivisione delle esperienze sarà prima di tutto molto difficile e in secondo luogo controproducente. Parere nostro si intende, ma sovra regolamentare non va mai bene.
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This post was published on 6 Ottobre 2018 11:17
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