Festa della Beata Vergine Assunta 2024 a Guasila: a Guasila, importante comune della Trexenta di poco meno di 3 mila abitanti, si svolge ancora oggi in occasione del Ferragosto, un antico rito di iniziazione e passaggio all’età adulta, che ricorda da vicino le antiche tradizioni pagane legate alla tauromachia così diffuse nel Mediterraneo, una sfida cioè tra l’uomo e i bovini. Sto parlando della “caccia alla giovenca” o, se preferite il nome in sardo, “Sa kassa de s’akkiscedda“. Per tutti semplicemente “S’Akkiscedda” (o “Akkizedda“).
La festa si svolge il 14 agosto di ogni anno in occasione dei Festeggiamenti in onore della Beata Vergine Assunta alla quale è dedicata la grande e maestosa chiesa che si trova nel centro di Guasila, eretta in stile neoclassico e su pianta ottagonale fra il 1842 e il 1852 su progetto dell’architetto cagliaritano Gaetano Cima, che si ispirò ai dettami stilistici del Palladio.
L’evento quest’anno si svolge in grande stile, con molti giorni di festa e tanti ospiti importanti, si parte martedì 13 agosto 2024 con Aspettando s’Akkiscedda, che prevede la cena sotto le stelle, animazione per bambini e tanta musica CRC Posse, Carolina Marquez e tanti altri.
Ma scopriamo subito il programma completo, civile e religioso della festa, il 14, 15, 16, 17 e 22 agosto 2024, nel quale spiccano il Palio dell’Assunta, i concerti di Tazenda e Fausto Leali, la serata di musica etnica con i Dilliriana, oltre alla grande nottata DeeJays con Marvin e Prezioso, Zelletta, Donatella, DanyJeey.
Aspetto più curioso della festa è, per quanto mi riguarda, la caccia alla giovenca, che si svolge all’alba del 14 agosto e alla quale possono partecipare solo i giovani scapoli che correndo a cavallo dovranno prendere al lazzo la giovenca (per le corna), chi riuscirà nell’impresa si sposerà entro l’anno. Anche se ormai cristianizzato si tratta di un chiaro rito di passaggio al mondo adulto caratteristico delle società agropastorali del Mediterraneo, dove una volta erano assai diffusi i riti e i giochi con protagonisti i bovini, basti pensare agli affreschi del palazzo di Cnosso a Creta.
Nel caso di Guasila si trattava di un rituale collettivo, l’intera popolazione era infatti invitata, con gli ammogliati a fare opera di disturbo e aizzare l’animale. Il rito si concludeva con il pasto sociale finale successivo alla cattura e l’usanza di distribuire la carne rimasta ai poveri. Anche questo rito ha subito l’influenza dei tempi più moderni e la vacca non viene più sacrificata dopo la cattura, ma è rimasto “Su Cumbiru“.
Vi consiglio sia di consultare la pagina Facebook della Pro Loco Guasila (che organizza “Aspettando s’Akkiscedda“) e del Comitato Santa Maria Guasila 2024 (che organizza la “Festa dell’Assunta“).
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This post was published on 8 Agosto 2018 09:49
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