Castello Orguglioso o Sassai a Silius: la Sardegna è nota ormai in tutto il mondo per le tante apprezzate testimonianze d’epoca nuragica e prenuragica, lo è meno per i tanti castelli d’epoca medievale e giudicale che ne costellano le alture. Anche il territorio di Silius non fa eccezione, conosciuto per la sorgente di Is Alinos, per la miniera di fluorite, non lontano dal Sardinia Radio Telescope – lungo la strada per il paese anche se in territorio di San Basilio – e abitato già in epoca antichissima viste le domus de janas e i nuraghi del suo territorio (per intenderci non è lontano neanche dalla Stonehenge sarda di Pranu Mutteddu a Goni o dal pozzo sacro di Funtana Coberta a Ballao).
Silius però è assai meno conosciuto per il suo bel Castello Orguglioso, detto anche Castello di Sassai. La cui storia è parecchio affascinante perché narra di una schiacciante vittoria in battaglia degli Arborea contro gli Aragonesi.
Il Castello si trova nella parte meridionale dell’altopiano del Gerrei, a Nord-Est dell’abitato di Silius, in una posizione altamente strategica che permetteva di monitorare il territorio di Silius stesso, ma anche di San Nicolò Gerrei, Ballao e Goni. Non si hanno molte fonti storiche, si sa però che fu costruito nel XIII° secolo dal Giudicato di Cagliari – allora controllato da Pisa – a difesa dei confini con il Giudicato di Arborea.
Passato agli aragonesi che nel frattempo avevano sconfitto i pisani, il castello fu assediato e conquistato 1353 dai partigiani cagliaritani di Mariano d’Arborea, nonostante pare disponesse di settecento cavalieri e di numerosa fanteria (la fonte è il Fara). Fu proprio il Giudice Mariano a volerne la distruzione, tanto che già nei disegni degli aragonesi di cinque anni dopo appare diroccato e in rovina, il castello rimase quindi attivo per circa 100 anni, gli ultimi 30 in mano spagnola.
Proprio alla presa del fortezza è legata la leggenda della Contessa del castello di Sassai – dal nome del vicino villaggio – la quale era peraltro solita tessere con il suo telaio d’oro. Si narra infatti che la contessa morì sotto le macerie causate dal crollo delle mura, durante l’assedio della fortezza da parte dei nemici. Da allora, ogni notte, è ancora possibile udirne i lamenti risuonare tra i ruderi del Castello.
Il monumento è stato restaurato, lo vedete dalle foto, grazie ai lavori condotti dal Comune di Silius in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici, il Paesaggio, il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico di Cagliari e Oristano. Gran parte delle strutture sono state riportate alla luce dagli scavi archeologici diretti dell’archeologa Donatella Salvi, tanto che tra gli ambienti visitabili – oltre alle mura perimetrali e divisorie, ad una torre a sezione quadra e a quelle che probabilmente furono le prigioni sotterranee (le pareti sono ancora dotate di anelli di ferro) – compare anche la cucina, con il forno di impianto medievale (unico esemplare conosciuto in Sardegna).
Come arrivare al Castello Oroguglioso: una volta arrivati a Silius, entrare nell’abitato e prendere la vecchia strada per Ballao e continuare per circa 3km e mezzo. Si può scegliere di arrivare a piedi – bastano 10 minuti – o di giungervi in macchina, la visita al monumento richiede un’ora circa.
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Per una visita al monumento rivolgersi al Comune di Silius: Telefono: 070/959006 – comune.silius@tiscali.it.
A Goni non ci risultano disponibili strutture ricettive, ci sono però diversi B&B e affittacamere nei dintorni.
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Photo credit: Comune di Silius e Marino Mulas
This post was published on 19 Giugno 2014 11:22
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