photo credit: emmequadro61 via photopin cc
Sardegna prima in Italia per i chilometri di costa non urbanizzata: è stato presentato giovedì scorso “Vista Mare“, il libro di Legambiente dedicato all’urbanizzazione delle coste italiane. Secondo i dati illustrati dall’associazione ambientalista infatti, oltre la metà dei paesaggi costieri italiani hanno perso la loro naturale conformazione per trasformarsi in case, ville, porti e industrie. Se il 51% delle coste italiane è stato ferocemente urbanizzato, non tutte le regioni si sono comportate allo stesso modo, si scopre ad esempio che in Calabria si supera il 65%, in Liguria il 64%, in Abruzzo e Lazio il 63% dei litorali sono stati coperti dal cemento. Tra le regioni virtuose invece spicca la Sardegna, che vanta la minor percentuale di aree costiere urbanizzate, con solo il 27% (così come la Basilicata).
Un processo di urbanizzazione a tutt’oggi in corso in Italia, malgrado l’introduzione, nel 1985, della legge Galasso che prevede un vincolo di tutela per le aree costiere fino a 300 metri dalla linea di costa. Eppure da allora sono stati urbanizzati ben 302 chilometri di coste con una media di 13 km all’anno, 48 metri al giorno. Le situazioni peggiori in Sicilia con 65 km cementificati, nel Lazio 41 e Campania 29. Ancora una volta spicca il comportamento positivo della Sardegna, che grazie all’introduzione della legge urbanistica voluta da Soru, vieta tassativamente ogni costruzione entro i 300 metri dalla battigia e che negli ultimi 20 anni ha visto compromettere solo l’1% del proprio territorio.
Il report di Legambiente cita anche alcuni esempi positivi, come l’abbattimento dell’ecomostro di Punta Perotti a Bari o, a Cagliari, il caso Molentargius (Parco gestito proprio da Legambiente peraltro):
E poi a Cagliari, dove alle spalle della spiaggia del Poetto, non si trova più uno stagno degradato come accadeva fino agli anni Novanta, ma il Parco di Molentargius comprendente le Saline che, testimoni di una storia antica, si ripropongono come motore ecologico del Parco, ospitando colonie di migliaia di fenicotteri nidificanti. Per Legambiente queste storie mostrano quanto l’Italia dovrebbe avere a cuore la tutela della costa e di un patrimonio storico e ambientale unico per la sua articolazione.
Insomma “Vista Mare“, attraverso grafici, mappe, illustrazioni racconta come metà dei litorali italiani sia stata invasa dal cemento, con una nuova doppia sfida da affrontare, quella dei cambiamenti climatici e quella della crescita del turismo internazionale. Un turismo sempre più in cerca la qualità, che chiede di salvaguardare e conoscere i legami tra storia, mare e territorio, ma anche di rispettare gli ecosistemi in un’ottica di responsabilità e sostenibilità. Proprio mentre in regione, gli stessi colleghi di partito di Soru propongono una nuova legge urbanistica più bendisposta a favore del cemento. E’ il momento di tenere gli occhi aperti.
Segui questo blog anche su Facebook, Twitter e Google+!
Foto copertina: emmequadro61 via photopin cc
This post was published on 17 Dicembre 2017 10:43
Non tutti i cittadini versano la stessa percentuale di tasse rispetto ai guadagni. In alcune…
I pedoni non hanno sempre ragione: il Codice della Strada chiarisce quale sia il comportamento…
Il mercato dell'elettrico non riesce ancora a decollare. Anzi, la produzione di automobili a batteria…
Esiste davvero un tasto magico che premendolo può consentirci di prelevare denaro a getto continuo?…
Una parola di troppo ad un posto di blocco può costare una multa e anche…
Nato dalla tradizione pastorale delle zone montuose, il pane carasau è un simbolo della Sardegna:…