Nuovo villaggio nuragico nascosto nei monti di Assemini!

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Se c’è una cosa che adoro fare è partire la mattina presto per addentrarmi nei boschi della nostra amata Sardegna per esplorarne gli angoli più nascosti, alla ricerca di antiche rovine nuragiche piuttosto che dei grandi monumenti naturali che costellano il nostro territorio. Per far ciò uso spesso strumenti come la mappa di Nurnet o Wikimapia per decidere quali zone esplorare e sapere quali monumenti sono già censiti in zona, anche se spesso capita che l’occhio ormai abituato scorga nuove probabili tracce. Ma è ancora più interessante poter esplorare i nostri monti guidati da esperti locali, che conoscono il territorio e a menadito, e per questo quando Roberto Copparoni e gli altri amici dell’associazione Amici di Sardegna ONLUS – e delle guide TOD (tourism on demand) –  mi hanno chiesto  se volevo partecipare ad un’escursione in un’area poco sconosciuta dei monti di Assemini non mi è sembrato vero e ho dato subito la mia adesione.

Nessuno di noi era mai stato lì e la sorpresa è stata davvero grande, una volta lasciata la SP1, che collega la Macchiareddu a Santadi passando fra i monti – nell’aera del futuro Parco del Sulcis o di Gutturu Mannu – , dopo un’ora e mezzo di cammino quasi tutto in salita ci siamo infatti imbattuti in un mondo davvero sconosciuto, un vasto sito archeologico con insediamenti susseguitisi nei diversi periodi storici, con muraglioni, tracce di edifici e capanne nascoste nella vegetazione e su entrambi i lati del sentiero, più avanti sulla destra quella che sembra una necropoli, poco più avanti vicino alla fonte ecco il centro che doveva essere nuragico, forse un edificio sacro, con un’ampia struttura che ancora riporta delle grandi pietre squadrate a indicare le porte e un grande muraglione a delimitare forse l’area cerimoniale all’aperto (foto sotto, ne trovate molte altre nella galleria fotografica Alla scoperta delle antiche civiltà montane).

E poi una marea di cocci – per lo più di epoca romana a una prima occhiata – , persino scarti della lavorazione della fusione del ferro presenti in quantità tale da far pensare che il sito non sia stato praticamente battuto, altrimenti sarebbero stati portati via, perlomeno come ricordo dai gitanti della domenica.

Il villaggio in se invece è messo molto male, non è rimasta una capanna integra e quelle che ancora sono erette sembrano strutture realizzate di recente, o comunque successivamente, sfruttando il tanto materiale da costruzione presente. Ma l’intera area è straordinaria e merita un’ispezione approfondita da parte della Sopritendenza, per ripulire, scavare e infine valorizzare il sito.

Intanto proprio Amici di Sardegna ONLUS organizza una visita guidata al sito per il prossimo sabato 14 giugno 2014 – punto di incontro  in via Cagliari a Capoterra, di fronte al Comune, alle ore 7,45 del mattino – con lo scopo di ripulire dal fogliame l’area archeologica e rilevarla. Tutti coloro che fossero interessati a far parte del gruppo possono telefonare al 3383187899 per avere maggiori informazioni e dettagli. Si consiglia un abbigliamento idoneo, scarpe da trekking e guanti da lavoro. Portarsi pranzo al sacco e acqua (per quanto sia presente una fonte), il rientro è infatti previsto solo al tramonto.

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This post was published on 10 Giugno 2014 11:45

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Pubblicato da
Daniele Puddu

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