Granchio blu arriva in Sardegna: Adesso è ufficiale, il Granchio blu americano, specie aliena e invasiva dei nostri mari, è arrivato anche in Sardegna. A trovarlo a fine ottobre 2017 negli stagni del Sinis sono stati i pescatori di Cabras, che subito ne hanno consegnato un esemplare ai biologi del gruppo di Ecologia marina e Conservazione (Mec) del Cnr di Torregrande. La conferma ufficiale è infine arrivata da Giorgio Massaro, direttore dell’Area marina protetta Sinis Mal di Ventre.
La specie era già conosciuta in Italia essendo stata segnalata già nel 1949 nella laguna di Venezia, pare infatti sia arrivata nel Mediterraneo direttamente dall’ Oceano Atlantico (è originario della costa ovest del continente americano, dal Canada all’Argentina). Il problema è che il Granchio Blu – o se preferite il “Callinectes sapidus” – si adatta facilmente ai nuovi habitat (si diffonde anche nelle lagune costiere perché tollera una salinità inferiore al tre per mille) ed è molto aggressivo con le specie autoctone (si nutre di tutto ciò che riesce a catturare: bivalvi, anellidi, avannotti, carogne e piante), provocando così seri danni agli ecosistemi marini e costieri che colonizza.
Particolarmente preoccupante è stato riscontrarne la presenza nelle acque dell’Area marina protetta Sinis Mal di Ventre, d’altro canto però almeno si possono mettere in moto più facilmente gli idonei strumenti di monitoraggio e controllo sulla presenza e diffusione di questa specie allogena. anzi è già stato chiesto ai pescatori professionisti e sportivi di segnalarne tempestivamente la presenza, sia che si tratti di avvistamenti che di catture. Si riconoscono facilmente sia per le dimensioni – fino a 10 cm di lunghezza e 20 di larghezza – che per i colori sgargianti: verde oliva della parte superiore del corpo ellittico e bianco-azzurrino del ventre, le zampe invece sono di un colore blu intenso.
La specie è commestibile e – specie negli USA – viene considerata una vera e propria leccornia, tanto che in alcuni stati come Maryland e Virginia, la pesca è regolamentata per salvaguardarne le sparute popolazioni rimanenti.
Foto copertina di OhanaUnited (Attribuzione 3.0 Unported – CC BY 3.0), la seconda è del Childrens Museum di Indianapolis.
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This post was published on 22 Novembre 2017 10:20
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