Dedichiamo 15 minuti alla pulizia della spiaggia: avrete sicuramente sentito delle polemiche di questo inizio estate tra sardi e continentali, dal turista che lamentava di essere in una delle spiagge più belle della Sardegna non fosse che c’erano i sardi, al caso ancora più eclatante della turista del nord Italia che svuotava tranquillamente l’olio del tonno in mare per nascondere poi la scatoletta sotto la sabbia (e “cosa devo portarmi rifuti a casa?” ha esclamato stizzita a chi la rimproverava). In realtà non mancano casi di cafonaggine e mancato rispetto delle regole da parte dei locali, io stesso ho visto un turista del cagliaritano prelevare dal fondale una pinna nobilis, malgrado fosse una specie protetta.
Per non parlare dei pescatori amatoriali che tendono le lenze dalla spiaggia prima del tramonto (spesso “nonni con i nipotini“), dei bambini che scorrazzano tra le dune malgrado i cartelli di divieto “perché in fondo sono solo bambini“, della prassi mai estintesi degli ombrelloni segnaposto e così via. Il discorso non è essere sardi o turisti, il discorso è rendersi conto che su questa terra siamo tutti di passaggio, siamo tutti degli ospiti, tutti dei turisti e sarebbe perciò bene rispettare l’ambiente per consegnarlo così com’è alle generazioni future.
Ma per far ciò occorre una presa di coscienza generale, compiere un salto di civiltà, preferire il bene comune agli egoismi personali, educando in tal senso i nostri figli che poi dovranno prendere in consegna questo mondo. Per fortuna delle isolate avanguardie ci sono già ed avanzano giorno dopo giorno, il più delle volte silenziosamente, talvolta lasciando un commento sul proprio profilo Facebook.
Così ad esempio La Cris sul suo profilo:
Sono in uno dei posti più belli al mondo, a Caprera, arcipelago della Maddalena, Sardegna. Faccio un bagno, mi sdraio, leggo un po’ e poi come da qualche anno a questa parte prendo 15-20 minuti del mio tempo per andare a fare un giro sulla spiaggia e riempire il mio sacchetto con un bel bottino. Non raccolgo conchiglie, nemmeno sabbia ma bensì plastica. Non riesco a far finta di nulla, il posto è incantevole come tante altre spiagge della Sardegna ma la plastica è ovunque. Ho il magone mentre metto nel sacchetto micro e macro pezzi di plastica, per non parlare dei mozziconi … che piaga. Invece di saccheggiare questo meraviglioso mare rubando sabbia, conchiglie, stelle marine, ecc.. perché non educare “al rispetto” . Un bambino raccoglie della sabbia, il papà dice “non si potrebbe” la madre risponde “basta che non ti fai vedere”… che esempio diamo alle future generazioni, che mondo stiamo lasciando? Impariamo solo attraverso sanzioni salate? Esercizio estivo: ogni giorno, sulla spiaggia, prendetevi del tempo, 15 minuti bastano, un bel sacchetto, i vostri figli per mano, un po’ di coscienza ecologica e amore per questo pianeta.
L’idea di dedicare 15 minuti del nostro tempo ogni volta che andiamo in spiaggia a raccogliere i rifiuti e la plastica che vi troviamo è rivoluzionaria, che li abbia abbandonati qualcun altro, che li abbia portati il mare, se ce ne freghiamo e li lasciamo lì allora siamo parte del problema, meglio essere parte della soluzione, non credete?
This post was published on 27 Luglio 2017 20:13
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