Andrea Mura vince la Ostar 2017 ed entra nella leggenda: c’è una cosa che mi colpisce di Andrea Mura il pluri premiato e pluri vittorioso velista cagliaritano, il suo sorriso. Un sorriso che trasmette calma olimpica, di quelli che scalda il cuore in un attimo, sereno ed empatico, di chi del mondo riesce a vedere solo il bello. E dev’essere proprio questo il segreto che gli ha permesso di vincere così tante regate, anche in situazioni di mare improponibili. E’ successo anche ieri quando Andrea Mura ha vinto per la seconda volta consecutiva la Ostar, la regata in solitaria dell’Atlantico, da Plymouth in Inghilterra (Gran Bretagna) a Newport in Rhode Island (USA), con un tempo di percorrenza: 17 giorni, 4 ore, 6 minuti, 19 secondi.
Grande la gioia malgrado non si riuscito a battere il record della regata stabilito ancor prima da un altro italiano, Giovanni Soldini, ma le sue parole all’arrivo dicono tanto:
È stata una Ostar estremamente impegnativa, sono contento di essere qui sano e salvo
Mai come quest’anno infatti la Ostar ha mantenuto fede alla sua nomea di regata transatlantica in solitario più dura in assoluto, una cavalcata dal sapore epico, oltre 3580 miglia (6600 chilometri) attraversando ben 4 tempeste, con venti fino a 50 nodi, onde di 6-8 metri, pioggia, ghiaccio, temperature polari e il costante rischio iceberg su una rotta che lo skipper sardo ha fatto salire tantissimo a nord, fino al 56° parallelo, come mai aveva fatto nessuno prima di lui.
Ma la tempesta più impegnativa il velista sardo l’ha incontrata a 700 miglia dal traguardo, nella zona dei banchi di Terranova, per un giorno intero ha messo a durissima prova la resistenza sua e della barca, costringendolo a fermarsi per una giornata intera a compiere numerose riparazioni alla sua mitica compagna “Vento di Sardegna“, su tutte il motore della chiglia basculante. Solo per questo il record non è arrivato. E’ andato molto peggio agli altri concorrenti, distanziati di 650 miglia nautiche, un’enormità, una gara ad eliminazione tra ritiri, barche abbandonate e salvataggi in mezzo all’oceano. Come l’altro skipper italiano, Michele Zambelli, costretto ad abbandonare la sua Illumia 12 dopo aver perso la chiglia e salvato da uno spettacolare intervento di un elicottero del soccorso canadese. Solo 7 delle 21 barche partite sono ancora in gara.
Andrea Mura vince la Ostar che aveva già vinto nel 2013 e che aveva promesso di non fare mai più. Nel 2012 aveva vinto anche la Twostar, la versione della regata in coppia. Così Andrea Mura racconta a L’Unione Sarda:
Quattro anni fa avevo giurato che non avrei fatto un’altra Ostar. Non ho rispettato quella promessa, ma ora lo farò per davvero: tra quattro anni non ci sarà una nuova Ostar, questa volta ho trovato condizioni troppo brutte, voglio fare regate più umane in futuro.
Ora si riposerà un po’ per recuperare questi 17 giorni in cui ha avuto poche occasioni per dormire, ma tutti già scommettono che la prossima impresa sarà la Vendee Globe, il giro del mondo in solitario. Due anni fu costretto ad abbandonare perché mancanza di soldi, dopo questo successo straordinario siamo sicuri che gli sponsor fioccheranno, così lo stesso Mura:
Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno seguito tramite giornali, TV e web, ed anche tramite i social, so che sono stati centinaia di migliaia, mi hanno fatto sentire un affetto ed una vicinanza incredibili anche in mezzo all’Oceano non mi sono mai sentito veramente solo. Vorrei ringraziarli ad uno ad uno. Ringrazio anche i nostri sponsor tecnici, veri e propri partner, grazie a loro questa barca è arrivata qui praticamente senza danni. Ricordiamo che Vento di Sardegna è un progetto del 1997, partorito dal genio italiano di Felci. E’ una barca attempata, che abbiamo migliorato nel corso degli anni, ideale per regate impegnative come la Ostar.
Eh sì perché Andrea Mura ha trovato comunque il tempo di tenere un diario di viaggio, condiviso online ogni giorno con le migliaia di fan che ne hanno seguito l’avventura, ripercorriamola assieme:
This post was published on 16 Giugno 2017 11:55
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