Chiesa campestre di Sant’Antonio a Segariu, col pozzo sacro al suo interno: nel settembre 2012 mi recai a Segariu alla ricerca di un pò di semola e farina di grano duro sardo (era infatti in corso “Le vie del grano“, vera e propria la festa del grano, che torna domenica 2 aprile 2017) e feci un’ interessante scoperta, a simbolo di come ogni paese della Sardegna racchiuda nel proprio territorio degli spunti incredibili. Ebbene nel parco sulla sinistra del paese (venendo da Furtei), si trova la Chiesa campestre di Sant’Antonio da Padova, poco oltre ecco invece le rovine dell’ omonimo nuraghe (un imponente quadrilobato del quale è rimasto solo il basamento).
La peculiarità di questa Chiesa campestre (in stile romanico e costruita nel XII secolo) sta soprattutto nella botola che si trova subito all’ingresso della stessa, aperta la quale si scopre un lungo cunicolo che altri non è che un pozzo sacro, dove ebbi la fortuna di infilarmici seguendo alcune persone del posto, domenica prossima il pozzo sarà invece aperto al pubblico. Si incomincia con qualche gradino ben disegnato, poi il sottosuolo diventa una sorta di scivolo fangoso, l’atmosfera si fa strana è tutto buio e umido, quindi altri gradini portano alla base del pozzo stesso, che si trova proprio sotto l’altare.
Era il pozzo dal quale si approvvigionavano i frati del convento benedettino e la sua acqua veniva definita terapeutica (adesso però dopo i lavori di risistemazione del vicino fiume, il pozzo non si riempie più, il che non mi ha impedito di tornare in superficie pieno di terra e fango, immagino che per domenica prossima sia stato ripulito).
Qualcuno sul web avanza la possibilità si trattasse di un pozzo nuragico, d’altronde la costruzione della chiesa proprio sopra di esso è sospetta (la vicinanza del nuraghe pure), dato che un tempo si tendeva a sovrastare anche fisicamente il culto pagano delle acque tanto caro alle popolazioni sarde con quello nuovo cristiano. Pensiamo a Sardara dove a Sant’Anastasia chiesa e pozzo sacro sono affiancati, qualcosa di simile appare anche a Santa Cristina di Paulilatino, a Vallermosa addirittura le terme romane sono diventate una chiesa, ma pozzi d’acqua sono presenti nei dintorni di molte chiese della Sardegna, come a Santa Maria di Uta ad esempio, peraltro anche lì le acque venivano definite miracolose.
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Già che ci sono, il territorio di Segariu presenta anche grotte, domus de janas, diversi nuraghi e i resti del castello di Rocca su Casteddu.
This post was published on 28 Marzo 2014 09:42
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