Shardana e Sardegna, il nuovo libro di Giovanni Ugas: è stata presentata a Cagliari l’ultima fatica dell’archeologo Giovanni Ugas, dal titolo: “Shardana e Sardegna. I popoli del mare, gli alleati del Nordafrica e la fine dei Grandi Regni (XV-XII secolo a.C.)“, nel quale si indentificano una volta per tutte i Nuragici con gli Shardana, il popolo del mare che invase e distrusse sia l’Impero Ittita che l’ Egitto dei Faraoni. Giovanni Ugas, malgrado abbia la nomea di “allievo prediletto” di uno studioso conservatore quale fu Giovanni Lilliu (colui che per decenni ci raccontò che i sardi non navigavano e mai uscirono dalla Sardegna), si attesta su delle posizioni assai innovative, facendone l’ideale punto di collegamento stra l’archeologia ufficiale e i studiosi indipendenti che hanno proliferato negli ultimi anni.
Il libro analizza in oltre mille pagine il sommovimento geopolitico avvenuto in Medioriente tra la fine del XIII° e gli inizi del XII° secolo a.C., quando i “Popoli del Mare” con la collaborazione dei popoli nordafricani, spazzarono via l’impero ittita, quello egizio e il regno di Micene, aprendo la strada a nuovi orizzonti, ad una nuova epoca nel Mediterraneo. Attraverso l’esame comparato degli elementi archeologici, dei testi antichi egizi e levantini e dei dati della letteratura classica, avviene l’identificazione degli Shardana – ovvero il primo popolo delle Isole in mezzo al Grande Verde – con i Sardi protagonisti, durante nell’Età del Bronzo, della grande civiltà dei nuraghi.
Viene ricostruita e ripercorsa quindi tutta la storia degli Shardana – rosso bruno mediterranei, come i Cretesi, gli Egizi e i Sardi – prima mercenari (sappiamo che furono la guardia scelta del Faraone Ramsete II), e poi terribili nemici dell’Egitto. Tale storia viene comparata con ciò che sappiamo degli antichi Sardi da fonti greche, come l’invasione di Creta nel XIII° secolo a.C.
D’altronde, aggiungo io, chiunque abbia visitato l’Egitto avrà avuto modo di notare i bassorilievi presso il tempio di Medinet Habu a Luxor – che ritraggono gli invasori dell’Egitto, i “Popoli del Mare“, vestiti esattamente come i bronzetti nuragici. Assieme ad essi i Tursha, con tutta probabilità i Tirreni e i Filistei (i Palestinesi di oggi).
Ma nel libro di Ugas si legge molto di più, si parla di una Sardegna abitata da 400.000-700.000 abitanti, organizzata su base cantonale e matriarcale. Fu questa la motivazione che spinse gli Shardana a invadere altre terre, secondo Ugas infatti il regime di successione matrilineare implicava che diventasse Re (o capo tribale e cantonale) solo chi sposava la principessa ereditaria. I figli maschi del Re precedente erano invece costretti ad andar via dalla comunità e occupare nuove terre al di fuori del cantone o della tribù, portandosi appresso una parte della popolazione giovanile. Cosa accadde quando le terre disponibili in Sardegna terminarono?
Che un esercito giovane e potente emigrò in cerca di nuove terre.
Giovanni Ugas è docente di Preistoria e Protostoria presso l’Università degli Studi di Cagliari e già archeologo direttore presso la Soprintendenza Archeologica di Cagliari e Oristano, ha inoltre scavato numerosi siti come Padru Jossu-Sanluri, Su Coddu-Selargius, San Cosimo-Gonnosfanadiga, Su Fraigu-Sperate, Sant’Iroxi-Decimoputzu, Is Lapideddas-Gonnosnò, Monte Zara-Monastir, Su Mulinu-Villanovafranca, Monte Prama-Cabras. Ha anche partecipato alle ricerche di Adam Zertal in Palestina-Israele (El Ahwat).
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This post was published on 2 Febbraio 2017 11:13
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