Meteorite caduta in Sardegna: non avrà creato a un cratere come quello di Meteo Crator (o Diablo Crator) in Arizona, non avrà estinto i dinosauri e neanche fatto i danni di Tunguska, ma anche in Sardegna nel 1956 è caduto un oggetto extraterrestre dal cielo, una meteorite oggi conservata presso il “Museo di Mineralogia Leonard De Prunner” dell’ Università di Cagliari. Un caso unico? Secondo una nuova teoria la mitica Atlantide non solo si trovava in Sardegna, ma venne distrutta dagli tsunami provocati da una pioggia di meteoriti oltre 11 mila anni or sono. Ma andiamo con ordine.
Quello che vedete nella foto è il meteorite di Sinnai, una delle 40 meteoriti italiane e unica sarda ad essere certificata dal catalogo ufficiale internazionale “Meteoritic Bullettin Database“. Il meteorite cadde in località Funtanalada a Sinnai nelle prime ore del mattino del 19 febbraio 1956, sfondando il tetto di una casa occupata da una famiglia di diseredati e sprofondando nel terreno per 25 centimetri con un’inclinazione di 15°. Il meteorite si frantumò così in 7 frammenti, per un totale si stima essere di circa 2 chilogrammi (mancano infatti alcuni frammenti più piccoli). Si dice che una persone rimase ferita.
Il meteorite di Sinnai è ancora oggetto di studio minerario petrografico, ma secondo una prima classificazione pare trattarsi di una condrite ordinaria di tipo H3.8/H4.
Facciamo un po’ di chiarezza, cosa è un meteorite e qual è la differenza tra metereoide, asteroide, meteorite e meteora? Diciamo subito che sono tutti oggetti di origine extraterrestre che vengono cioè dallo spazio e cadono sulla terra. Un meteroide è un termine generico per definire i piccoli asteroidi. I meteoriti sono invece quei metereoidi che entrano in collisione con la terra, colpendo quindi il suolo terrestre, dopo il processo di l’ablazione atmosferica. Quest’ultimo è il processo in base al quale il meteorite entrando nell’atmosfera di un pianeta si si surriscalda per attrito, perdendo parte della propria massa per mezzo del processo di vaporizzazione, i gas lungo il percorso del meteoroide si ionizzano, emettendo una luce di vario colore. Si tratta della striscia luminosa che prende il nome di meteora, o stella cadente.
Le condriti – si legge su Wikipedia – sono meteoriti rocciose indifferenziate dotate della stessa composizione chimica dei planetesimi, cioè quei piccoli corpi freddi che si formarono nel sistema solare primordiale.
Per questo si stima abbiano un’età di 4,6 miliardi di anni e abbiano avuto origine nella fascia principale degli asteroidi durante la formazione del sistema solare. Affascinante no? Bene, l’86% delle meteoriti cadute sulla Terra sono condriti. Le meteoriti di tipo H vengono anche definite “olivine-bronziti” e la H sta per l’inglese “High“, che si significa alto e indica un “alto” contenuto complessivo di ferro e un elevato contenuto di ferro metallico (15-20% di lega Fe-Ni metallica in massa).
Voi tutti sarete sicuramente a conoscenza della teoria del giornalista Sergio Frau che, una volta spostate per convenzione le colonne d’Ercole tra Sicilia e nord Africa individuò la Sardegna come sede della mitica Atlantide, mostrando come prova del cataclisma avvenuto i tanti nuraghi sepolti dal fango nel sud dell’isola (ricordo che anche il regista Dave Cameron deve venire in Sardegna per una serie di riprese dedicate proprio al mistero di Atlantide). Si narra infatti che un gigantesco maremoto spazzò via questa avanzatissima civiltà, ma cosa lo provocò? Si pensava finora ad un grande terremoto sottomarino o a un’eruzione vulcanica sempre sotto il livello del mare (che magari fece collassare parte del cono vulcanico provocando un immane tsunami).
Adesso nel libro intitolato “Il mare addosso. L’isola che fu Atlantide e poi divenne Sardegna. Come quando e perché uno sciame di meteoriti cambiò per sempre il volto del Mediterraneo” gli studiosi indipendenti Nicola Betti, Luciano Melis e Alessandra Murgia riprendono la teoria avanzata dallo tsunamologo Stefano Tinti e datano il cataclisma naturale al 9700 a.C., così si legge in sede di presentazione del volume edito da Arkadia editore:
Atlantide, isola del mito, invenzione di Platone o realtà? La storia del mondo e dell’umanità è quella che abbiamo studiato nei libri di scuola? Le narrazioni sul diluvio universale, comuni a tanti popoli, sono solo una strana coincidenza oppure vi è un fondo di verità? Per quali ragioni gli storici continuano a difendere teorie che stanno mostrando tutta la loro fragilità? Nuove scoperte, avvenute soprattutto negli ultimi anni, stanno portando alla luce una realtà assai diversa rispetto a quella che vorrebbe la nascita della civiltà in Medio Oriente. Grazie all’ appassionato lavoro di un team di ricercatori, proprio in Sardegna, a partire dal 2013, sono state rinvenute le tracce di un evento finora solo ipotizzato: la caduta di meteoriti nel Mediterraneo. E proprio a questo evento catastrofico si dovrebbe imputare il violento megatsunami che avrebbe distrutto la civiltà intorno al 9700 a.C., data in cui Platone collocala fine di Atlantide. Un’isola a occidente dell’Egitto. Un’isola che sembra essere proprio la Sardegna. Con dovizia di particolari, testimonianze archeologiche e scientifiche, gli autori delineano in modo convincente uno scenario che cambia per sempre il volto della storia.
Il museo “Museo di Mineralogia Leonard De Prunner” e il “Museo sardo di Geologia e Paleontologia Domenico Lovisato” son visitabili entrambi presso il Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università di via Trentino 51 a Cagliari. Cito entrambi i musei perché le due collezioni sono esposte al momento in maniera promiscua, le teche coi minerali cioè si mischiano a quelle contenenti i fossili, con grande fascino peraltro, ma sono attualmente oggetto di una profonda riorganizzazione. Solitamente chiuse al pubblico sono visitabili sia durante grandi eventi come “Monumenti Aperti” o la “FaiMarathon” (io ho approfittato di quest’ultima lo scorso ottobre), che facendo apposita richiesta alla facoltà.
Per comodità ho puntato sulla mappa la biblioteca per indicarvi l’edificio in questione, l’ingresso è praticamente di fronte ai cancellli dell polo universitario in via Trentino:
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This post was published on 16 Gennaio 2017 11:11
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Una cosa con scia luminosa cadde a Cagliari negli anni 50,presso monteurpino