Museo dei Paleoambienti Sulcitani a Carbonia: mi trovavo ieri a Carbonia in occasione del compleanno della città e ne ho profittato per visitare l’ultimo anche il “PAS” o “Museo dei Paleoambienti Sulcitani“, un autentico viaggio nel tempo di milioni di anni, tra fossili e scheletri di piccoli animaletti ma anche interi dinosauri, un’avventura tra piante e animali che abitavano la Sardegna millenni fa e ora estinti, scimmie e Mammuth inclusi, ma non solo. Un piccolo museo di cui andare orgogliosi, ripetiamo ora questo straordinario viaggio assieme, con l’aiuto di tante foto!
Si tratta del Museo noto come Martel (o meglio “Museo Paleontologico E.A. Martel“), che prima si trovava in centro e che ora può disporre di più ampi spazi nei locali della ex-miniera di Serbariu, a fianco al Museo del Carbone. Nel sito ufficiale del museo si legge:
Il Museo PAS/MARTEL nasce dall’esigenza di trasmettere le conoscenze scientifiche sugli ambienti del passato geologico del territorio sulcitano verso un vasto pubblico. Gli obiettivi principali sono di sensibilizzare i visitatori nei confronti della storia geologica del territorio, tutelare e valorizzare il patrimonio culturale geo-paleontologico e interagire con il mondo della scuola. Il tema centrale riguarda i bioeventi e i geoeventi registrati nelle rocce presenti nella Sardegna del sud ovest, con particolare attenzione ai fossili in esse racchiusi.
Il percorso espositivo è organizzato cronologicamente a partire dal Cambriano – stiamo parlando di qualcosa come almeno 540 milioni di anni fa – attraverso tutta una serie di rocce ma soprattutto fossili, in larga parte recuperati durante l’attività esplorativa ed estrattiva del Sulcis Iglesiente, che tra trilobiti e felci, impronte e ossa di Mammuth nani (vissuti in Sardegna nel Pleistocene), cervidi e scimmie ormai scomparsi, passando per gli scheletri completi del prolago sardo, arriva fino ad arrivare ai resti degli uomini primitivi recuperati anch’essi nel sud ovest della Sardegna.
Per i più esperti, tra fossili vi si possono trovare (cito da Sardegna Cultura):
Archeociatidi, Calcimicrobi, Repicnia, Trilobiti, Ciclocrinites, Cistoidi, Crinoidi, Brachiopodi, Tetracoralli, Cefalopodi, Briozoi, Graptoliti, Equisetali e Felci risalenti al Paleozoico trovati nel Sulcis-Iglesiente, rarissimi Trionix sp., Perciformi, Selacei, Echinodermi, Crostacei, Gasteropodi, Bivalvi e Vegetali del Cenozoico e un’ampia varietà di taxa di notevole interesse scientifico sia per il livello di conservazione sia per la rarità integrati sia per la varietà, poiché sono esposti anche taxa non isolani, come Ambre, Cetacei o Ornitholithes sp.
Personalmente ho apprezzato molto la completezza dei grandi pannelli informativi in alto e la grande attenzione riposta sugli aspetti geologici e la storia della terra del Sulcis. Alcune (poche) teche invece non avevano stranamente descrizione.
Scenografica la riproduzione a grandezza naturale dello scheletro di un Tirannosauro che si trova al centro del percorso espositivo.
Nel complesso si tratta di un museo che vale i 6 euro di ingresso e che completa l’esperienza di visita alla città di Carbonia. Mi ha colpito che proprio nei giorni del Compleanno di Carbonia, sabato e domenica scorsa, ci siano stati solo 4 visitatori che hanno lasciato la propria firma (me incluso). Per quanto si tratti di un’istituzione museale che lavora prevalentemente con le scuole, beh… son sicuro che in molti ne ignorano persino l’esistenza, per questo gli sto dedicando questo articolo. Visitatelo di più!
Per maggiori info:
Una volta arrivati alla Grande Miniera di Serbariu varcate in macchina il cancello principale, poi continuate passando per il cancello che si trova tutto sulla destra, troverete prima sulla sinistra uno spiazzo con probabilmente molte macchine parcheggiate, perché lì si trova l’ingresso al Museo del Carbone. Per arrivare al Museo dei Paleoambienti Sulcitani – le indicazioni non abbondano, anche il puntatore su Google Maps è sbagliato, si tratta dell’edificio grigio immediatamente sopra quello indicato – dovete continuare e prendere la prima traversa a sinistra ed entrare nella grande porta sul primo edificio che trovate sulla destra. Noi abbiamo trovato la porta chiusa con un cartello “Aperto – Open“. Non siate timidi, aprite la porta e vi si aprirà un mondo tanto antico quanto affascinante.
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This post was published on 19 Dicembre 2016 11:39
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