Furono i Sardi i primi a produrre il vino: chissà quanti di voi saranno passati sulla SS131 all’altezza di Monastir, avrete presente il cavalcavia che passa sopra la statale e finisce nel nulla nel monte di fronte al paese? Bene quello è il monte Zara, famoso per le domus de janas – su tutte “is ogus de su monti” – li scavate, ma anche per il villaggio nuragico di Bia ‘e monti (che non a caso significa “la via per il monte“). Il villaggio in particolare si trova proprio alla fine del cavalcavia, tanto che venne scoperto proprio durante i lavori di sbancamento per i lavori della SS131 (che purtroppo se ne mangiò la metà).
Bene, proprio da lì viene la più grande scoperta di archeologica degli ultimi anni che ci fa dire che i sardi nuragici produssero per primi in assoluto il vino nel Mediterraneo e che conferma le precedenti scoperte avvenute el sito di sa Osa a Cabras, nell’oristanese, che ci dicevano che i nuragici furono i primi a coltivare la vite nel Mediterraneo Occidentale. E pensare che fino a poco tempo fa si credeva che la vite fosse arrivata in Sardegna dalla Spagna grazie ai Fenici.
La scoperta di Monastir riguarda alcuni reperti ritrovati nel villaggio nuragico di Bia de Monti – Monte Zara (900/850 – 725 a.C.) dall’archeologo Giovanni Ugas nel 1993. In particolar modo circa un torchio per il vino a torricella con vasca risalente all’Età del Ferro, un manufatto in arenaria che al suo interno conteneva ancora dei residui organici, i quali una volta sottoposti ad esami approfonditi dall’equipe archeobotanica del Centro Conservazione Biodiversità dell’Università di Cagliari, guidata dal prof. Gian Luigi Bacchetta, e dai ricercatori di Chimica degli alimenti, primo fra tutti il prof. Pierluigi Caboni hanno dimostrato che:
È questo con certezza il reperto di questo genere più antico del Mediterraneo. Si tratta di una scoperta fondamentale perché permette di fissare un tassello importante per individuare le prime produzioni vinarie: i sardi sono stati quindi i primi a produrre vino. Dalle analisi risulta con ogni probabilità una produzione di vino rosso.
Una notizia che ben merita un brindisi, direi. Che ne dite?
Il villaggio nuragico di Bia de Monti (noto anche come “Mitza Morta“) occupa la parte in giallo della mappa, è costituito da capanne circolari ed edifici quadrangolari, tra i reperti pervenuti nel sito anche una macina da grano, un forno per il pane, cocci intrisi di olio come ci racconta su Scruxoxiu.
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Foto copertina: immagine di repertorio diffusa dalla Regione Sardegna con i suoi comunicati stampa.
This post was published on 12 Dicembre 2016 13:23
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Ciao.
Mi piacerebbe sapere dove è conservato oggi il torchio per il vino a torricella e se è fruibile.
Grazie