Gairo Vecchio, il borgo fantasma più famoso della Sardegna: Arrivi tra boschi e strade tortuose, c’è silenzio, il cielo è terso e in fondo, giù nel baratro vedi Gairo, paese che nel nome di origine greca – “ga” e “roa” terra che scorre (scorre scivolando verso il basso?) – contiene il suo stesso destino. Sì perché son quattro i paesi che portano il nome o l’eredità di Gairo, terra ospitale. A partire da Gairo vecchia, oggi un paese fantasma, che venne definitivamente abbandonata nel 1963 dopo numerose alluvioni, quella del 1951 in particolare la danneggiò irrimediabilmente. Da essa nacquero Gairo nuova poco più in alto (detta anche Gairo Sant’Elena), Gairo Taquisara e, giù a valle vicino al mare, Cardedu.
Gairo vecchio è un paese assai suggestivo, chi vuole assaporare le emozioni di una visita ad una città fantasma non deve far altro che inoltrarsi per le sue strette vie, magari d’inverno, quando sale la bruma e la valle e gli edifici si ammantano di bianco. A prima vista le case paiono quasi intatte, ma poi, camminando per le vie del borgo, ci si imbatte in scale che non portano da nessuna parte e si fermano nel vuoto, in finestre aperte nel nulla, in balconate ormai arrugginite e solitarie, mentre gli alberi si riappropriano pian piano del territorio.
I lampioni costeggiano ancora il viale principale, il silenzio è irreale e si odono solo lo stormire del vento e qualche uccello. Il suono dei passi risuona con un rimbombo acuto. Stregati dalla meraviglia del paesaggio, pare quasi di camminare in una qualunque strada di un qualsiasi normale paesino. Ma poi si alzano gli occhi e ci si rende conto che i lampioni, sì proprio i lampioni… non hanno le luci, i pali son lì spettrali, senza lampadine, in una città di morti ingannata dai pochi orti coltivati da vecchi che non vogliono abbandonare del tutto le case e il ricordo della comunità che fu.
Si scende nella parte più bassa passando attraverso un muretto a secco e una stradina lastricata. Ci colpiscono i colori accesi dei muri rimasti quasi intatti – rosso, giallo, blu – , i cartelli indicano una chiesa, una scalinata porta a un palazzo e ci si accorge di quanto Gairo sia grande, di quanto fosse grande. Poi li senti: impercettibili e silenziosi escono dalle loro case, occupano le strade, le voci delle mamme che chiamano i bambini ritardatari, la scuola affollata, i rintocchi delle campane e poi i pastori che rientrano e i contadini che zappano l’orto, le carrucole dei pozzi, e passano, e ti sfiorano nelle strade strette acciottolate sospese nel vuoto. E senti d’aver infranto la magia del tempo e dei luoghi, e torni indietro e ti perdi, e segui i cartelli risali bivi e torni a rivedere i lampioni senza luci: perché non servono quelle nelle città fantasma.
E poi ripassi davanti alla casa dove senti chiaro il suono lento e cristallino della sorgente, lì dove le donne andavano a prendere l’acqua. Dove vanno gli spiriti ad abbeverarsi e tu non la tocchi, non la bevi, malgrado l’arsura e il caldo: perché hai timore di toccare l’acqua dei morti e non vai alla piazza per non imbatterti nel ballo dei defunti.
Qualche macchina passa ancora, perché il fascino di Gairo richiama visitatori da tutto il mondo, tu continui a camminare rapito, quasi in trance e, quando arrivi in cima, non puoi fare a meno di guardare un ultima volta giù nella vallata, lì dove gli alberi stanno ingoiando ogni cosa e saluti il turbinio degli spiriti che ancora vi si aggirano, circondato dal fascino del mistero.
E voi ci siete già stati? Raccontateci tra i commenti che emozioni avete vissuto visitando questo luogo così suggestivo!
L’escursione è facile e non presenta difficoltà di rilievo, ma vi consigliamo comunque di vestirvi con abiti pratici, scarpe da trekking (qui qualche idea da uomo, da donna e da bambino) e di portarvi una bella borraccia d’acqua (piena e da riempire di nuovo nelle fonti della zona), da contenere in uno zaino leggero. Evitate di entrare tra le case e tenete sotto controllo i bambini, molte abitazioni sono infatti a rischio crollo e sono perciò pericolose.
Gairo Vecchio come più volte sottolineato è un paese fantasma e quindi completamente disabitato, si possono però trovare delle comode soluzioni per pernottare nei numerosi B&B di Gairo Sant’Elena, o comunque in una delle tante località turistiche lungo la costa dell’ Ogliastra. Ecco invece dove mangiare a Gairo.
Se siete turisti e non avete la macchina, potete arrivare a Gairo Vecchio anche in autobus – scopri adesso gli orari delle linee ARST: 9004 (Gairo – Jerzu), 9112 (Cagliari – Gairo – Lanusei) e 9128 (Gairo Taquisara – Cardedu – Museddu) o con uno dei tanti tour guidati che vengono organizzati durante tutto l’anno. A Gairo Taquisara e Gairo Sant’Elena si arriva anche con il Trenino Verde.
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Ha al suo attivo diverse pubblicazioni, tra le quali “Stregoneria in Sardegna” e “Il delitto d’onore in Sardegna“ e e la sua ultima fatica: “Delitto d’onore, la storia di Irene Biolchini“., oltre a libri di poesia, gialli e romanzi. Ha ottenuto pure il riconoscimento della giuria al premio San Giorgio. Trovate qui tutti i suoi scritti sul nostro blog.
Crediti foto e video:
This post was published on 21 Settembre 2016 10:54
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