Ladri di sabbia, ecco la campagna di sensibilizzazione del WWF: Vi abbiamo parlato a più riprese del triste fenomeno del furto di sabbia dagli arenili della Sardegna, tonnellate e tonnellate di piccoli granelli che ogni anno ancora troppi turisti cercano di riportare a casa per ricordo. Ho scritto cercano perché i controlli sono ormai serrati, specie in aeroporto non passa nulla, qualsiasi bottiglietta con sabbia, sassolini o conchiglie viene confiscata con sanzioni decisamente salate: dai 3 ai 9 mila euro (se non peggio).
Nessuna intenzione di colpevolizzare da parte nostra chi cerca di portare a casa con se un pezzo di quel sogno chiamato Sardegna, semmai la volontà di informare chi legge sull’importanza di lasciare le spiagge ai nostri figli e nipoti così come noi le abbiamo conosciute. La gran parte delle spiagge infatti è già soggetta fenomeni di erosione naturale, se anche i milioni di turisti che affollano le nostre coste dovessero portar via anche solo una modica quantità di sabbia per ricordo, la somma complessiva basta a dare la misura del danno ambientale che verrebbe così provocato. Ci sono voluti migliaia e migliaia di anni perché le spiagge si formassero!
Adesso a difesa delle spiagge della Sardegna arriva anche il WWF Italia con un’apposita campagna di sensibilizzazione, in verità già attiva dal maggio scorso, intitolata “Ladro da spiaggia, portare via la sabbia è un furto“, che ora verrà estesa agli aeroporti di Olbia, Alghero e Cagliari grazie al patrocinio dell’Enac.
Così Marco di Giugno, direttore degli aeroporti sardi per l’Enac:
Abbiamo accolto con entusiasmo la campagna del Wwf perchè si pone come obiettivo l’informazione, la prevenzione e la sensibilizzazione attraverso un’immagine inequivocabile. Ricordo che nei tre aeroporti sardi vengono effettuati continui controlli grazie all’accordo stipulato con il Corpo forestale e, di recente, sia all’aeroporto di Elmas, sia in quello di Alghero ci sono stati dei sequestri con sanzioni pecuniarie.
Insomma bisogna informare i turisti – sardi, italiani e internazionali – affinché maturino la giusta consapevolezza e sensibilità collettiva, perché le sanzioni “monstre” da sole non bastano di certo a risolvere il problema. Voi che ne pensate?
This post was published on 18 Agosto 2016 12:17
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