Sardegna, traffico di tartarughe: 120 mila euro di multa e 9 mesi di carcere senza condizionale!

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Sardegna, traffico di tartarughe, 120 mila euro di multa e 9 mesi di carcere a coppia di ladri: in Sardegna, specialmente in Gallura, è molto facile imbattersi in tartarughe a passeggio per le campagne e persino vicino alle spiagge, si tratta specie protette, sono tutelate dalla legge e devono essere lasciate dove sono. Invece c’è chi non solo se le porta a casa, ma prova anche a rivendersele, peccato che le multe siano salatissime. Lo sa bene una coppia di commercianti della civilissima Reggiolo, in provincia di Reggio Emilia, che nel 2011 furono scoperti e fermati dagli agenti del corpo forestale e dai carabinieri mentre si apprestavano a imbarcarsi sulla nave per Livorno con decine di tartarughe di terra e di acqua dolce nascoste in sacchi di iuta.

Le tartarughe vennero subito sequestrate e rimesse in libertà, mentre per i commercianti scattò la denuncia a piede libero. Adesso è arrivata la sentenza del tribunale di Tempio, con la condanna a nove mesi di reclusione, senza la sospensione condizionale della pena, e ben 120 mila euro di multa. Una tartaruga, sul mercato nero dei collezionisti, viene a costare dai 100 ai 200 euro, ora ditemi voi se il rischio vale la candela.

Vendita delle tartarughe di Sardegna, ecco cosa dice in proposito il sito del Corpo Forestale della Sardegna:

La vendita di esemplari di Testudo marginata (così come per gli esemplari di T. hermanni e graeca) può avvenire solo a determinate severe condizioni: l’esemplare deve essere nato in cattività di seconda generazione; l’allevatore deve inviare (per il tramite dell’Ufficio CITES competente per territorio) la richiesta di certificazione, corredata da tutta la documentazione di origine, alla Commissione Scientifica CITES del Ministero dell’Ambiente; questa, se valuta adeguata la documentazione fornita, richiede le analisi del dna dell’esemplare che vengono eseguite dall’ISPRA di Ozzano dell’Emilia (BO), unico istituto riconosciuto in Italia per tali analisi. Se l’esito è positivo, la suddetta Commissione autorizza l’Ufficio CITES competente per territorio al rilascio del “certificato di nascita” di esenzione dai divieti previsti dall’art. 8 del Reg. (CE) 338/97. Una volta ottenuto il certificato, l’allevatore può vendere l’esemplare in tutta la Comunità Europea.

Lasciamo in pace questi placidi animali e se vediamo qualcuno che prova a rapirli, perché di rapimento si tratta, facciamo una bella foto o filmato con il cellulare e denunciamo subito alle forze dell’ordine.

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photo credit: Crux, CC BY-SA 3.0